Un nuovo spot per Mario Monti. Più si avvicina il voto, più l'Unione europea e i poteri forti vicini a Bruxelles fanno pressione sull'Italia perché il Professore possa tornare a Palazzo Chgi. In una lettera inviata a i ministri delle finanze dell'Eurozona, il commissario agli Affari economici Olli Rehn ha infatti promosso le politiche economiche attuate dai tecnici che hanno svantaggiato gli italiani per sottostare ai diktat della Ue e della cancelliera tedesca Angela Merkel. "Le decisioni di bilancio prese dall’Italia dopo novembre 2011 - ha ascritto Rehn - hanno convinto i mercati e fatto scendere i tassi".
Da giorni il Professore va in giro minacciando ricadute sulle principali piazze finanziarie. Anche oggi, al forum dell’Ansa, ha detto che se, non si fosse candidato alle prossime elezioni, i mercati finanziari ne avrebbero risentito. "È importante che mercati percepiscano che almeno alcuni esiti possibili delle elezioni possano rassicurare", ha continuato il presidente del Consiglio portando i bollettini e le analisi dell'Unione europea in cui verrebbe apprezzato il modo in cui l'Italia è stato governata negli ultimi tredici mesi. Non da ultimo anche l'assist del commissario agli Affari economici che, a due settimane dal voto, entra a gamba tesa nella campagna elettorale caldeggiando vivamente le misure del Professore. "Il Belgio e l’Italia - ha spiegato Rehn - sono due esempi recenti che illustrano l’impatto di politiche credibili di consolidamento sulla fiducia degli investitori". Il commissario ha, poi, fatto notare che in Italia i tassi sui Bond a dieci anni erano sopra il 7,3% a novembre 2011, ma sono scesi sotto il 5% a marzo 2012 "perché i mercati sono stati convinti dalle decisioni sui conti prese dall’Italia". "Un calo di cento punti di spread - ha concluso Rehn - significa per l’Italia un risparmio di tre miliardi di euro solo nel primo anno".
L'Unione europea e Monti tornano a soffiare sull'instabilità dei mercati facendo leva sullo spauracchio dello spread e sui timori di una speculazione capace di prendere di mira il debito sovrano dell'Italia tanto da mettere in ginocchio il Paese. In questo quadro economico, il Professore punta ad accreditarsi presso Bruxelles come lo strenuo difensore dei conti pubblici.
"Certamente la situazione pre-elettorale per sua natura determina incertezza, ma le elezioni sono un fenomeno fisiologico che si verifica in tutti i paesi democratici", ha spiegato il premier uscente rassicurando che "i mercati percepiscono che almeno alcuni esiti possibili delle elezioni portino una prevedibile volontà e capacità di governo del bilancio pubblico e di continuazione delle riforme strutturali". "Mi sembra che siano queste le cose che interessano di più ai mercati e ora - ha, infine, concluso il Professore - sono in campo soluzioni che potrebbero rassicurarli da questo punto di vista".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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