"Ce la mettiamo tutta". Risponde così, a margine della presentazione del rapporto Ocse, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, a chi gli chiede se sarà possibile uscire fuori dalla recessione già da quest’anno. Per l'Ocse la possibilità c'è. Nella sua indagine sul nostro paese pubblicata oggi, l'organizzazione europea ha però avvertito che con un debito vicino al 130% del Pil l'Italia è a rischio e rimane esposta agli umori dei mercati.
"L’Italia ha avviato un ambizioso programma di riforme volto a ripristinare la sostenibilità delle finanze pubbliche e migliorare la crescita a lungo termine. Assieme alle misure intraprese a livello dell’area euro, questi auspicati interventi hanno ridotto i rischi di rallentamento economico e potrebbero aiutare l’Italia a uscire dalla recessione già nel corso del 2013", scrive l'Ocse.
Che però, tra le note negative, cita la disoccupazione giovanile, che in Italia "è molto elevata", e invita il governo a "migliorare la transizione della scuole al mondo del lavoro per migliorare la formazione di capitale umano e ridurre il tasso di disoccupazione giovanile". L'Ocse inoltre raccomanda di "promuovere un mercato del lavoro più inclusivo, per migliorare l’occupabilità tramite un maggiore sostegno alla ricerca del lavoro e alla formazione, estendendo allo stesso tempo la rete di protezione sociale, invece di cercare di migliorare i posti di lavoro esistenti".
Per quanto riguarda la pressione fiscale, l'Ocse sostiene che in Italia "è impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dell’imposizione, ma l’eliminazione delle agevolazioni fiscali senza giustificazioni economiche permetterebbe di aumentare la base imponibile e quindi ritoccare le aliquote marginali «senza impatto sulle entrate".
Inoltre, il capoeconomista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan ha spiegato che "se le priorità sono crescita e occupazione la prima cosa da tagliare sono le tasse sul lavoro", cosa che "è più importante che ridurre l’Imu". Per ridurre il costo del lavoro, il segretario generale Ocse Angel Gurria ha affermato che si possono fare tre cose per compensare: "Imposte sui consumi come l’Iva, sulla proprietà e sulle emissioni di CO2".
La Commissione europea è orientata chiudere la procedura per disavanzo eccessivo contro l’Italia e le sue previsioni sull’andamento dei conti pubblici sono più importanti delle stime dell’Ocse, meno ottimistiche, afferma il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, secondo cui "le stime dell’Ocse da questo punto di vista non hanno molta rilevanza. Le stime della commissione europea, che sono simili a quelle della Bce, inducono la commissione a ritenere possibile la chiusura della procedura.
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