Ok del governo all'aiutino per Mps

Il Tesoro apre alla proroga dei Monti Bond. Mediobanca si candida alla regia del dopo stress test

Ok del governo all'aiutino per Mps

Le banche riprendono fiato in Piazza Affari, mentre il mercato si riposiziona su Mps (+1,4%) dopo la debacle di lunedì (-21%) causata dagli stress test. Il governo Renzi - dice il responsabile banche del ministero dell'Economia Alessandro Rivera - non è contrario a concedere a Rocca Salimbeni più tempo per rimborsare il miliardo di Monti bond che ha ancora in pancia, e in particolare a rinviare i 750 milioni in scadenza nel 2015-2016. Lo stratagemma serve per tagliare della stessa cifra il fabbisogno rispetto ai 2,1 miliardi emersi domenica. Possibile anche una conversione in azioni, ma il Tesoro è freddo davanti a una operazione che sarebbe una statalizzazione. Per Carige (+0,6% in Borsa) si torna invece a parlare di un interesse di Andrea Bonomi, che si era già affacciato sulla ricapitalizzazione della scorsa estate. A Genova il finanziere reincontrerebbe Piero Montani, il banchiere cui aveva affidato il rilancio di Bpm sotto la regia di Bankitalia. Così come, in alternativa, si vocifera di possibili nozze tra Carige e Piazza Meda.

Ieri Genova ha intanto definito la travagliata vendita delle sue controllate assicurative al fondo americano Apollo: 350 milioni l'incasso, con un beneficio di 100 milioni in termini di patrimonio valido per il registratore di cassa della Bce (il «Cet 1») rispetto agli 800 circa da recuperare per la Bce. Il resto sarà rimediato tra l'aumento di capitale da almeno 500 milioni (già garantito fino a 650 da Mediobanca), la vendita di alcune quote di minoranza (50 milioni l'impatto stimato sempre in termine di Cet 1), del credito al consumo e, se necessario, di Cesare Ponti (100 milioni). La vendita ad Apollo prevede anche un accordo distributivo di bancassurance, il confronto con il valore di carico storico delle polizze, tradisce tuttavia una minus di 170 milioni.

In pratica, lo spazio di manovra per chi vende è risicato e lo sarà ancora di più per Monte Paschi, perché il mercato è conscio che si tratta di operazoni forzate. In particolare, Siena potrebbe liberarsi, oltre che di Consum.it (in gara lo stesso Apollo e il tandem Deutsche Bank-High Bridge), del factoring, dei crediti problematici (sarebbe interessato Davide Serra), e di pacchetti di filiali nel nord ovest ex Antonveneta.

Mediobanca è comunque pronta a correre al capezzale di Rocca Salimbeni: «Non ho dubbi che Mps riuscirà a superare le sue difficoltà», ha detto l'amministratore delegato Alberto Nagel, ribandendo che Piazzetta Cuccia «è molto vicina» e «collabora molto volentieri» con il Monte (esiste già un accordo distributivo con Compass), pertanto offre «molto volentieri» il proprio aiuto di banca d'affari per trovare una soluzione allo shortfall da 2,1 miliardi: Mps si è affidata a Ubs e Citi.

Nagel ha poi candidato Mediobanca a fare da pivot all'intero riassetto del sistema, seguendone sia le ricapitalizzazioni sia il risiko.

«Numerosi attori si sono già rotti i denti nel credito al consumo, non sarà facile cedere con soddisfazione attività in un'economia stagnante», avverte però un analista. Simile la situazione per le filiali, ormai considerate da banche votate alla multicanalità un mezzo da ripensare.

Sul tavolo di Viola e del presidente Alessandro Profumo anche il lancio di strumenti computabili a patrimonio ( additional Tier One ) ma nelle Sim si calcola che Siena per «sistemarli» potrebbe trovarsi a pagare una cedola del 9-10%, e quindi a erodere i suoi margini.

In ogni caso il piano dovrà essere accettato non solo dalla Bce ma anche dall'Unione Europea, da cui dipende il vecchio piano di salvataggio di Rocca Salimbeni. Superata l'immediatezza, Siena valuterebbe poi la fattibilità di un'aggregazione con un gruppo europeo: si parla di Bnp Paribas, che controlla Bnl.

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