Se è vero che, fra utenti privati, è ancora consentito scambiare un massimo di tremila euro al mese, la faccenda si fa diversa e più complicata quando si tratta di un prelievo: qual è il tetto massimo di denaro che ogni privato cittadino può prelevare mensilmente dal proprio conto corrente?
Limite di 10mila euro
Il nuovo tetto per la segnalazione alla Uif, l'Unità di informazione finanziaria, è quando vengono prelevate più di 10mila euro nell’arco di un mese solare: oltre questa soglia, lo sportellista che esegue l’operazione effettua una “registrazione” che viene archiviata dalla propria banca che fa partire la segnalazione. Chi pensa, invece, di cavarsela con più prelievi sbaglia comunque: la segnalazione scatta anche se il superamento della soglia avviene attraverso più operazioni che, sommate, superano quel tetto. Questo vale, però, soltanto se le operazioni sono pari o superiori alle mille euro l'una.
Come funziona la nuova riforma
Il nuovo proveddimento Uif è datato 28 marzo 2019: in pratica, si ha un doppio controllo sia da parte dell'Agenzia delle Entrale che dall'Uif stessa che può accertare tutti i movimenti, in entrata ed uscita, dal conto medesimo. Tutto questo è fatto per contrastare il riciclaggio e bloccare eventuali evasioni fiscali.
L’Unità di Informazione Finanziaria viene allertata dalla banca presso cui il privato ha il proprio deposito tutte le volte in cui si verifica un'operazione "sospetta". Accanto alla banca, l’Anagrafe ha una panoramica di tutti i rapporti tra le banche ed i rispettivi clienti, indicando i conti correnti posseduti dai cittadini, le movimentazioni, il saldo, gli altri contratti (deposito titoli, cassette di sicurezza, ecc.). Quindi, la segnalazione arriva agli uffici competenti soltanto dopo la segnalazione da parte dello sportellista: da quel momento, scattano i controlli.
Le operazioni "sospette". Si hanno quando presentano collegamenti con altre operazioni che facciano ipotizzare un'operatività complessa e quando non effettuate da clienti che non sono considerati ad elevato rischio riciclaggio e finanziamento al terrismo. Come a dire: da te, comune cittadino, non ci aspettiamo tutte queste operazioni perché sei una persona "pulita" che non ha mai destato preoccupazioni, più o meno il senso è questo.
Attenzione, però, a saper discernere tra controlli e divieti: non è detto che scatti necessariamente l'apertura di un'indagine pensale o fiscale, si tratta di semplice monitoraggio richiesto anche dalla Guardia di Finanza e dalla Direzione investigativa antimafia per monitorare gli amanti del contante, come sempre considerato uno "strumento anonimo e non tracciabile", come riportato da Laleggepertutti.
Il ruolo dell'Agenzia delle Entrate
A differenza di quanto avviene con il riciclaggio del denaro sporco, l’Agenzia delle Entrate non può effettuare controlli sui prelievi eseguiti dal privato sul proprio conti correnti che è quindi libero di incassare, allo sportello, una somma anche elevata o, addirittura, chiudere il conto, senza che l’ufficio delle imposte possa contestargli nulla sotto il profilo dell’evasione alle imposte. I controlli fiscali si concentrano, quindi, soltano sui versamenti che, se non giustificati, si considerano "reddito" e che vengono tassati.
Controlli incrociati
Insomma, i controlli sul conto corrente avvengono tramite due strade principali: l'accertamento di riciclaggio ed eventuali altri reati quando avviene una segnalazione di prelievo o si verificano dei versamenti fatte dalla
banca alla Uif solo se superano i tetti indicati in precedenza. Per quanto riguarda l'evasione fiscale, vige un controllo diretto dell’Agenzia delle Entrate solo sui versamenti di contanti sul conto o sui bonifici ricevuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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