Molmed sta per diventare giapponese. La società di biotecnologia, nata nel 1996 dallo spin off dell'Istituto San Raffaele e specializzata in terapie nella cura per il cancro e le malattie rare, ha ricevuto un'offerta pubblica di acquisto (Opa) da 240 milioni dal colosso dell'elettronica, della chimica e biotech Agc (in precedenza Asashi Glass). Il gruppo del Sol Levante ha valutato Molmed a 0,518 euro per azione con un premio del 110% sul prezzo di riferimento registrato lunedì pari a 0,2463 euro. Considerando un orizzonte più ampio, per diluire l'effetto del crollo dei mercati dovuto all'emergenza sanitaria in corso, il premio è del 49% sul prezzo di Molmed dell'ultimo mese e del 37% sul prezzo dell'ultimo anno. Ieri in Borsa la società guidata da Riccardo Palmisano ha messo le ali ma, nonostante questo, ha chiuso la seduta al di sotto del prezzo offerto da Agc a 0,4685 euro (+80%). Pesa l'incertezza portata dalla pandemia in Borsa che potrebbe, secondo il comunicato di Agc, «comportare effetti sostanzialmente pregiudizievoli per l'offerta e/o cambiamenti nella situazione patrimoniale dell'emittente» e di conseguenza, far saltare l'operazione.
L'Opa è volontaria e condizionata al raggiungimento del 66,667% del capitale di Molmed con un obiettivo chiaro: il delisting. Fininvest, che ha il 23,13%, ha già detto «sì»: se l'offerta di Agc andrà in porto, dovrebbe incassare 30 milioni di plusvalenza. L'uscita di Fininvest è coerente con la sua strategia di volersi concentrare su sui business strategici: media e tv.
Alla base dell'offerta giapponese c'è la volontà di «assicurare la stabilità della partecipazione necessaria a consentire a Molmed di beneficiare di future opportunità di sviluppo e di crescita».
Agc punta infatti sulle attività biofarmaceutiche che, nelle intenzioni del management, dovrebbero raggiungere i 100 miliardi di yen entro il 2025. E, in quest'ottica, Molmed risulta strategica garantendo ad Agc l'ingresso in un settore in forte crescita.
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