È iniziato lo shopping. In pieno collasso dei mercati finanziari, con i titoli che in un mese hanno perso oltre un terzo valore di Borsa, le «occasioni» non mancano. Soprattutto per quanto riguarda il made in Italy. E così, nonostante le serrate di bar e locali pubblici, le quarantene imposte e i consumi in frenata, Pernod Ricard ha annunciato ieri di aver aggiunto al proprio portafoglio Italicus, un rosolio realizzato con bergamotto calabrese, balsamo di melissa, cedro siciliano, lavanda, petali di rosa, camomilla e radici di genziana. Un prodotto forse non così noto al grande pubblico. Ma servito nei migliori locali internazionali e che nel giro di pochi anni ha fatto incetta di premi legati all'arte della miscelazione e al mondo dei superalcolici. Non sono stati divulgati dettagli economici e le modalità dell'operazione, che ha coinvolto il secondo gruppo al mondo nel settore ad alta gradazione (subito dopo Diageo) e il brand torinese Italicus creato nel 2016 dal guru della mixology Giuseppe Gallo. Nel comunicato della società francese che festeggiava l'acquisto è stato solo riferito che Gallo rimarrà alla guida del brand. L'operazione potrebbe segnare l'inizio di un trend con le eccellenze tricolori in vendita. O forse, visti i prezzi di ieri in Piazza Affari, in svendita.
Italicus, che fino a ieri era stato affiancato nel processo di sviluppo dall'olandese De Kuyper Royal Distillers, si propone come un aperitivo premium destinato alla fascia alta dei locali e in grado di regalare ai clienti «un sorso di Italia» attraverso la riscoperta di una tradizione a lungo dimenticata, quella dei rosoli. L'aperitivo è prodotto a Moncalieri partendo da una ricetta famigliare ed è poi distribuito in 30 Paesi.
«Italicus ha avuto successo sia con i bartender sia con i consumatori finali sin dal suo lancio. Oggi è arrivato il momento di un'alleanza strategica per accelerare una distribuzione globale che veda Gran Bretagna e Stati Uniti come destinazioni prioritarie. Puntiamo a un piano ambizioso: quello di trasformare Italicus in uno dei principali aperitivi nel mondo«, ha commentato Gallo in una nota. In Piazza Affari intanto Campari, che è riuscito a imporre Aperol come sinonimo di aperitivo nel mondo, ha perso ieri il 16,1%
«Siamo felici di aggiungere Italicus al nostro portafoglio e di affiancarlo nella sua crescita», ha commentato Gilles Bogaert, presidente di Pernod Richard.
Il colosso, a cui fanno capo 350 marchi blasonati del beverage (a iniziare da Mum e Perrier Jouet passando per Ballantine's, Havana Club e Absolute Vodka fino a Ramazzotti), ha recentemente concluso una serie di partnership strategiche nell'ambito degli «speciality brand» caratterizzati, come Italicus, dalle valutazioni attraenti e dal potenziale di crescita.
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