Mentre tutte le forze politiche chiedono a gran voce al governo di intervenire per affrontare di petto i disagi derivanti dai forti aumenti dell'energia, Palazzo Chigi fa sapere che per tale problema sono già stati impiegati 49,5 miliardi di euro, pari al 2,8% del prodotto interno lordo. L'Italia è il secondo paese, nell'ambito dell'Unione europea,ad aver investito in tal senso per aiutare famiglie e imprese. Il dato emerge da uno studio del think tank Bruegel (Brussels European and Global Economic Laboratory), rilanciato da Palazzo Chigi. "Il governo Draghi - si legge nel report - ha stanziato 49,5 miliardi di euro, una cifra seconda soltanto a quella investita dalla Germania. L'Italia è anche il terzo Paese per spesa in percentuale rispetto al Pil (2,8%). In totale, i paesi dell'Europa hanno stanziato ad oggi circa 280 miliardi".
Nello studio sono indicati gli interventi adottati dal governo dallo scorso autunno. "Il primo intervento, a fine settembre, ha permesso di compensare l'aumento dei prezzi dell'elettricità e del gas fino alla fine del 2021, utilizzando anche i proventi delle aste per le quote di CO2; a dicembre, il governo è intervenuto per eliminare degli oneri di sistema per gli utenti elettrici, cancellare gli addebiti sulle bollette del gas, aumentare i bonus per le famiglie in condizioni di vulnerabilità economica e sociale; a gennaio sono arrivate nuove misure contro il caro bollette, con un credito d'imposta del 20% per tutte le aziende energivore che avessero riscontrato un aumento del 30% dei prezzi dell' energia rispetto al 2019".
Sono seguiti altri interventi. Ad esempio a marzo "è stato esteso il bonus sociale a 5,2 milioni di utenti domestici e il governo è intervenuto per ridurre il prezzo della benzina di 25 centesimi fino alla fine di aprile; ad aprile è stata approvata una spesa extra destinata al contrasto dell'aumento dei prezzi dell'energia e al sostegno dei settori produttivi più colpiti dalla crisi, grazie all'azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette per tutta l'estate e l'abbassamento al 5% dell'Iva sulle bollette del gas".
Mentre le forze politiche sono concordi, come dicevamo, nel chiedere al governo nuove misure per scongiurare il caro bollette,
il problema sono i conti pubblici, da far quadrare, individuando il modo più idoneo per coprire l'intervento dello Stato (sicuramente auspicabile), senza pregiudicare ulteriormente il nostro futuro economico-finanziario.
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