Il governo ci spera. In fondo è uno dei motivi che ha portato alla decisione di varare la "quota 100" per le pensioni: superare la Fornero, mandare in pensione chi è vicino al traguardo e sperare che l'esodo in uscita produca nuova occupazione. Una scommessa che - secondo le stime - potrebbe portare alla "liberazione" di qualcosa come 620mila posti.
Come spiega Il Sole 24 Ore, infatti, normalmente ogni anno il mercato produce circa 200mila lavoratori dipendenti privati, parasubordinati o nel pubblico impiego pronti a lasciare il lavoro. Lo scorso anno sono stati 224.329. Non pochi. Ma con l'introduzione di quota 100 potrebbero essere molti di più. Ad andare in pensione saranno infatti tutti quelli con una anzianità minima di 62 anni e 38 di contributi che raggiungeranno, sommando i due addendi, l'agognata "quota 100". Ecco perché, secondo il Sole, la massa di posti liberi che si verranno a creare anno prossimo potrebbero messere molti di più.
Secondo l'ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) a segliere quota 100 saranno circa 437mila italiani: 212mila grazie al calcolo misto e 224mila con il calcolo retributivo. In totale, sommando i "quotisti" e chi andrà in pensione è per vecchiaia, anticipi o lavoratori precoci (potranno lasciare il lavoro con 41 anni di contributi se hanno iniziato a lavorare prima di 19 anni e appartengono ad alcune categorie), nel 2019 il totale dei pensionati sarà di 620.592 pensioni. Teoriacamente dunque nuovi posti di lavoro che si liberano per i più giovani.
Certo, secondo Tito Boeri "non esistono evidenze empiriche di una sostituzione uno a uno", ma è facilmente deducibile che almeno alcuni di quei posti lasciati vuoti le aziende dovranno riempirli.
Bisogna anche considerare che, con i disincentivi alla quota 100 contenuti nella manovra, non tutti quelli che potranno aderire al pensionamento decideranno di lasciare il lavoro. Ma secondo i ministero del Lavoro saranno almeno il 50% degli anni passati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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