Il patron della Mivar: "Affitto la mia azienda gratis a chi assume 1200 italiani"

Carlo Vichi, fondatore della storica azienda di televisori costretta a chiudere due mesi fa, lancia una sfida: l'affitto gratis a chi assume 1200 italiani

Il fondatore della Mivar, Carlo Vichi
Il fondatore della Mivar, Carlo Vichi

Carlo Vichi ha novant'anni, e lavora dal 1945: la sua Mivar, fondata nella Milano del dopoguerra, e affermatasi negli anni del boom economico come l'unica azienda italiana produttrice di apparecchi radiotelevisivi, ha visto il suo ultimo giorno. Vinta dalla concorrenza spietata dei colossi coreani e giapponesi, l'azienda di Abbiategrasso, nel Milanese, ha dato lavoro a centinaia e centinaia di persone.

Ora che i debiti e la concorrenza l'hanno strangolata, Vichi ha avuto un'ultima, geniale, idea, per rilanciare l'occupazione anche una volta chiusi i battenti della fabbrica: "Per ripartire", spiega l'imprenditore novantenne, "un'idea c'è. Se una società di provata serietà accetta di fare televisori in Italia, io gli offro la mia nuova fabbrica, pronta e mai usata, gratis. Non voglio un centesimo. Ma voglio che assuma mille e duecento italiani, abbiatensi e milanesi."

La storia di Vichi e della Mivar è stata raccontata da Domenico Iannacone nella prima puntata dei "Dieci comandamenti", in onda oggi in seconda serata su Rai3: "molti pensavano che con i risparmi mi facessi una casa. Ma io ho fatto la seconda fabbrica immaginando tanta gente muoversi e che mi sorridesse." Per tenere aperte le due fabbriche, pagare l'Imu e coprire tutte le spese, dal 2000 ad oggi Vichi ha speso cento milioni di euro.

Un'azienda da novecento

dipendenti, in grado di produrre 5460 televisori al giorno, un milione all'anno. Una storia che sembra concludersi nel modo più amaro, e che forse potrebbe trovare un lieto fine grazie all'ultima coraggiosa sfida lanciata da Vichi.

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