Pensioni di cittadinanza, assegni bloccati. Gli aumenti fermi al palo

Il vicepremier, Luigi Di Maio, era stato molto chiaro: "Taglieremo le pensioni alte per alzare le minime". Ma è tutto fermo

Pensioni di cittadinanza, assegni bloccati. Gli aumenti fermi al palo

Il vicepremier, Luigi Di Maio, era stato molto chiaro: "Taglieremo le pensioni alte per alzare le minime". Ma della pensione di cittadinanza ancora non c'è traccia. Il governo, sponda grillina, aveva promesso un innalzamento del trattamento minimo a 780 euro. È ancora tutto fermo. La pensione di cittadinanza infatti, come ricorda Italia Oggi, non può essere pagata perché non sono state ancora regolate le modalità con cui potrà essere pagata questa nuova formula previdenziale. Infatti non sarà possibile utilizzare la carta del Reddito di cittadinanza. La card predisposta dal governo infatti servirà solo per l'accredito del reddito minimo. La norma varata dall'esecutivo stabilisce che questo tipo di pensione è "suddivisa in parti uguali tra i componenti del nucleo familiare", ma non c'è traccia delle procedure per l'erogazione dell'assegno.

E dunque è tutto fermo. Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza dunque viaggiano su due binari nettamente separati e distinti. Per il primo occorre documentare tutta la situazione che riguarda il campo lavorativo, per il secondo fronte invece basta una semplice richiesta. La domanda per la pensione di cittadinanza può essere presentata presso gli uffici di Poste Italiane a partire dal 6 marzo oppure sul sito www.redditodicittadinanza.

gov. La risposta dell'Inps probabilmente arriverà entro 20 giorni. Ma se non vengono chiarite le modalità per l'erogazione del contributo, è probabile che la pensione di cittadinanza resti solo una promessa non mantenuta...

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