Lavori in corso per "congelare" le pensioni più elevate, riducendo l’indicizzazione degli assegni che superano di sei volte l’importo minimo (circa 3mila euro al mese) e di destinare gli eventuali risparmi "in un’ottica di solidarietà". Lo fa sapere il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in audizione nella commissione Lavoro della Camera. Con la riforma Fornero si risparmieranno, solo per la parte dell’inasprimento sulle regole di accesso al pensionamento, 93 miliardi fino al 2021 mentre sono stati stanziati, per lo stesso periodo, 10,4 miliardi per le salvaguardie dei lavoratori esodati fino al 2011. Giovannini spiega poi che i quattro decreti di salvaguardia hanno di fatto esaurito gli esodati: "La bolla - ha detto - è in gran parte coperta e esaurita dalle varie salvaguardi". Il vero problema da affrontare adesso è quello dei lavoratori che hanno perso il posto dopo il 2011 e di quelli che continuano a perderlo.
Il tema della flessibilità, spiega il ministro, "va quindi affrontato in modo compatibile sul piano finanziario. Vogliamo provare a trovare una soluzione finanziariamente compatibile con la situazione del paese che consenta di avere un margine di anticipazione, con una flessibilizzazione". In questa ottica il ministro dà una risposta positiva a eventuali modifiche del sistema pensionistico, "compatibilmente con gli aspetti di natura finanziaria". Diversa è invece la situazione per le categorie particolari, che "possono avere problemi seri di fronte all’innalzamento dell’età pensionistica, anche rispetto alla sicurezza". Su queste categorie speciali, precisa, "il governo è disposto a discutere".
Al di là delle diverse proposte e i possibili interventi sulla materia, il ministro avverte che senza crescita "non c’è sistema pensionistico che possa reggere. Possiamo giocare con le soglie, con la flessibilità ma senza la crescita non ce n’è per nessuno".
Quindi per Giovannini occorre riportare il tasso crescita economico a livelli elevati, per consentire "l’assorbimento della disoccupazione e anche di avere un sistema pensionistico che garantisce trattamenti sufficienti e adeguati".
"L’uso della deindicizzazione parziale per le pensioni molto elevate è uno strumento che contiamo di usare, a partire dal 2015", sottolinea ancora il ministro.
Avrà un "effetto significativo per i singoli" soggetti interessati dal provvedimento ma, ribadisce Giovannini, sarà "relativamente piccolo per il complesso perchè stiamo parlando di un numero di pensioni limitato". Pertanto i risparmi che potrebbero essere generati dal parziale congelamento delle pensioni più elevate, conclude, "da soli non sono sufficienti a spingere verso alto le pensioni base".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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