Pensioni più magre? ​Ecco come rimediare

I giovani di oggi avranno il 40% in meno e lasceranno il lavoro quattro anni dopo

Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps
Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps

Il futuro delle nostre pensioni è grigio, anzi nero. Se per i 55enni di oggi la previdenza sociale può ancora essere considerata una sorta di scialuppa di salvataggio per una anzianità rilassata, per i 25enni di oggi il vitalizio mensile sarà sempre più magro. Tanto magro da non mette in sicurezza la propria vecchiaia. Tanto che, se vogliono iniziare a risparmiare qualcosa, i giovani di oggi devono battere strade private e non affidarsi più allo Stato.

Come spiega il CorrierEconomia, che ha affidato a Progetica una simulazione sul futuro pensionistico del sistema Italia, un 25enne di oggi smettrà di lavorare intorno ai 69 e i 73 anni, mentre i 55enni di oggi andranno a riposo tra i 67 e i 68 anni. "Nello scenario mediano - spiega Andrea Carbone, partner di Progetica - il venticinquenne di oggi dovrà lavorare tre anni e sette mesi in più; ma nell'ipotesi estrema, l'età di pensionamento potrà andare ben oltre i settant'anni". Al di là dell'età di pensionamento, però, la sola certezza per i lavoratori è che il vitalizio mensile sarà di gran lunga inferiore rispetto a quello staccato oggi dall'Inps. "Nell'ipotesi peggiore - si legge - un giovane di oggi che staccherà con un'ultima retribuzione pari 3mila euro netti, avrà un vitalizio di 1.002 euro contro i 1.627 del papà 55enne di oggi".

Il tasso di copertura rispetto all'ultima retribuzione scenderà, infatti, dal 54 al 33%. Si prospetta, insomma, un futuro alquanto magro. Non va meglio agli autonomi il cui assegno previdenziale si abbasserà da 1.386 euro a 832 euro: un taglio netto dal 46 al 28%

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