Pensioni più povere e lontane: nel 2016 riduzioni fino all'8%

Gli effetti congiunti di norme diverse penalizzano sempre di più i neo pensionati. E il 2016 sarà un anno devastante

Pensioni più povere e lontane: nel 2016 riduzioni fino all'8%

Il 2016 sarà l'annus horribilis dei pensionati. Dal primo gennaio scatterà, infatti, uno scalone che penalizza i lavoratori, e in particolar modo le donne. Chi non riuscirà a maturare i diritti per incassare l'assegno previdenziale prima della fine dell'anno, andrà incontro a pesantissime riduzioni.

La mannaia dell'Inps si appresta a calare sugli assegni dei pensionati. Ancora pochi giorni e, come anticipa Italia Oggi, le principali previdenze subiranno riduzioni che oscillano dal 2% all'8%. Riduzioni consistenti, insomma. Colpa, da una parte, dell'aumento della speranza di vita, che allunga di quattro mesi la data del pensionamento, e dall'altra dell'entrata in vigore di alcune norme firmate dall'ex ministro del Welfare Elsa Fornero che penalizza le lavoratrici allungando la permanenza al lavoro di "un anno e quattro mesi per le autonome e un anno e dieci mesi per le dipendenti". A queste due congiunture nefaste si aggiungono i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo. Morale della favola? La maggior parte degli assegni previdenziali saranno ridotti del 2%. Ma, in diversi casi, la decurtazione sarà dell'8%.

Negli ultimi anni questo meccanismo ha devastato le rendite dei neo pensionati.

Come fa notare Marino Longoni su Italia Oggi, "un lavoratore andato in pensione a 65 anni nel 1996 ha applicato un coefficiente di trasformazione del montante contributivo pari a 6,136. Per chi andrà in pensione dal 2016 - continua - lo stesso coefficiente saqrà del 5,326". Il ché fa circa il 13% in meno.

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