In pensione prima? Quanto si perde davvero: i calcoli

In vista della fine di Quota 100 prende quota solo un rinnovo ed un potenziamento dell'Ape sociale

In pensione prima? Quanto si perde davvero: i calcoli

Col siluramento di Quota 100 si fa sempre più concreto il rischio di uno scalone in grado di far saltare l'età pensionabile dai 62 fino ai 67 anni. Da un lato c'è Letta, che continua a parlare di concedere opportunità di anticipo solo ai lavori usuranti (comunque mai prima dei "65, 66 anni"), dall'altra Salvini ritiene impensabile "portare da 62 a 67 anni l'età pensionabile dal primo gennaio".

In effetti in sostanza al momento è proprio così, dato che se le cose non cambiassero nel frattempo l'aumento dei requisiti per il pensionamento (5/6 anni) scatterebbe d'improvviso proprio nella notte fra il 31 dicembre 2021 e il 1 gennaio 2022. Premesso che il governo non ha più intenzione di concedere agli italiani la possibilità di pensionarsi con almeno 62 anni d'età e 38 di contributi, è ovvio che si renderà necessario al più presto un intervento normativo, con lo spettro della Fornero sullo sfondo di chi non ha ancora dimenticato le lacrime e sangue del governo Monti.

Potenziamento dell'Ape

La manovra più immediata ed accessibile, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe rappresentata da un potenziamento dell'Ape sociale, in scadenza dal 1 gennaio: si potrebbe ampliare la platea degli aventi diritto, allargandola anche a quelle categorie di lavori definite gravose o usuranti. A tal proposito entrerebbe in gioco la famosa "Commissione sui lavori gravosi", istituita nel 2018 dal governo Gentiloni ma mai operativa: a metterla in moto l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, che ha allargato fino a 203 il numero di quelle mansioni pesanti che potrebbero consentire un'uscita dal lavoro anticipata a 63 anni tramite misure come l'Ape sociale. Se ciò dovesse andare in porto, oltre che le parole servirà uno stanziamento di fondi ben superiore ai 411,1 milioni di euro previsti per quest'anno.

Rivolto a uomini e donne con 63 anni di età e 30/36 anni di contributi alle spalle, Ape sociale è un'indennità sostitutiva erogata mentre si attende il raggiungimento dell'età pensionabile. Per il momento è riconosciuto a

1)disoccupati da almeno 3 mesi (con almeno 30 anni di contributi) che hanno concluso la prestazione per la disoccupazione spettante:

2)coloro che (con almeno 30 anni di contributi) assistono da almeno 6 mesi "il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti";

3)gli invalidi civili almeno al 74% e con un minimo di 30 anni di contributi;

4)lavoratori dipendenti con 36 anni di anzianità contributiva "che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette" un'attività gravosa.

Cosa si perde

Per ogni anno di anticipo rispetto all'età pensionabile si perde un "coefficiente di trasformazione" che si incrementa progressivamente. Con il contratto di espansione, la pensione anticipata di un anno produce una riduzione media del netto del 16% per le fasce retributive comprese tra 30mila e 50mila euro. Ogni anno di ulteriore anticipo causa il taglio di 50 euro dell'assegno mensile, che comporta una decurtazione complessiva della retribuzione netta del 27% per chi arriva a 5 anni dalla pensione.

Coloro che hanno una retribuzione annua lorda di 30mila euro con 1650 euro di retribuzione netta mensile, in caso di pensione anticipata perdono tra i 40 ed i 160 euro al mese rispetto all'assegno pensionistico pieno (a seconda del fatto che l'uscita anticipi di 1 o 5 anni l'età richiesta).

Chi ha una retribuzione annua lorda di 40mila euro con 2050 euro di retribuzione netta mensile perde tra i 60 ed i 180 euro al mese rispetto all'assegno pensionistico pieno (a

seconda del fatto che l'uscita anticipi di 1 o 5 anni l'età richiesta).

Chi incassa 50mila euro lordi, con 2387 mensili, perde tra i 100 e i 210 euro, a seconda che decida di anticipare il proprio pensionamento di 1 o 5 anni.

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