Paradosso disoccupati: “Offro 3mila euro al mese, non trovo nessuno”

A La Ripartenza 2022, l'evento ideato da Nicola Porro, la prima tavola rotonda: a che punto è l'Italia con le opere pubbliche?

Paradosso disoccupati: “Offro 3mila euro al mese, non trovo nessuno”

Uno potrebbe dire: non c'è nulla di liberale nel chiedere allo Stato di intervenire in economica. Vero. Eppure anche Adam Smith, il liberista per eccellenza, riteneva anche lo Stato avesse ragione di esistere proprio per occuparsi di opere pubbliche. Ovvero quelle che noi oggi chiamiamo "infrastrutture". Opere necessarie per permettere, questo sì, alla libera impresa di competere sul mercato internazionale alla pari.

In questa prima tavola rotonda de La Ripartenza 2022, in diretta dal Teatro Petruzzelli di Bari, Nicola Porro ne discute con gli attori principali del mercato, dall'energia alla telefonia, dalle autostrade del mare a quelle del ferro, cercando di capire - anche nell'ottica degli investimenti del Pnrr - a che punto è l'Italia con la costruzione delle grandi infrastrutture del futuro.

Quando parliamo di infrastrutture, non dobbiamo pensare solo alle autostrade. Ci sono anche quelle, ovviamente. Ma bisogna considerare anche la rete ferroviaria, quella che collega i porti, la rete elettrica e quella della fibra di internet. Un “sistema” enorme che dovrebbe servire ad aziende come quella di Antonio Rummo, vicepresidente dell’omonima azienda, a produrre la sua pasta, a portarla via nave negli Stati Uniti, a trasferirla su rotaia per mezza Italia, ad avere abbastanza energia per far lavorare le macchine e la connettività ideale per sponsorizzarla sul mercato mondiale. “Per investire sul mercato - dice Rummo - noi dobbiamo avere le capacità di farlo”. E lo scheletro di ogni attività aziendale sono appunto le infrastrutture.

Pensiamo alla fibra ottica. In Italia, spiega Mario Rossetti, l’ad di Open Fiber, abbiamo 5mila comuni con meno di 5mila abitanti. In molti di questi vivono appena 6-700 persone e "collegarle a internet veloce significa permettere a chiunque di vivere in queste aree rurali come se fosse in città". E quindi, ovviemente, anche di lavorare da remoto. Il Pnrr prevede investimenti ingenti che dovrebbero portare l’Italia entro il 2027 ad avere nel 94% dei casi la fibra a casa di quasi tutti gli italiani. “Sono progetti con impatto sociale talmente forte che non possono essere messi in discussione - insiste Rossetti - Il digital divide decide se si può lavorare o meno in un certo luogo: con il mondo digitale, non avere la connessione diventerà un problema”.

C’è poi la via del ferro. Milano, Roma, Firenze, Bari, Napoli: per crescere, il business, ha bisogno anche di collegamenti veloci. Il Pnrr prevede investimenti anche per le ferrovie: 24 miliardi in totale di cui 14 per il 2022. Una cifra enorme, che però si scontra con un piccolo grande problema: quello dell’aumento dei costi dovuti al caro energia e alla guerra in Ucraina. “Noi - spiega Vera Fiorani, ad e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana - abbiamo registrato aumenti anche del 45%. Abbiamo avuto diversi bandi di gara che sono andati deserti”. Lo stesso inconveniente che vivono anche realtà, come Grimaldi Gruop per gli aumenti del carburante navale con cui fa viaggiare le sue navi.

Ma forse il paradosso più grande è un altro: con tutti questi investimenti di lì a venire, con il lavoro che si crea e i cantieri che si aprono, molte aziende - e tutte quelle presenti a La Ripartenza - hanno difficoltà a trovare lavoratori. “La disoccupazione in Italia è altissima - spiega Guido Grimaldi - ma noi abbiamo difficoltà a trovare le figure da mettere a bordo. Stiamo cercando 3-4mila persone tra macchinisti, medici di bordo e cuochi: offriamo stipendi importanti, in alcuni settori anche dai 2.500-3mila euro al mese. E per un lavoro in cui non c’è più bisogno di stare in mare per sei mesi o un anno”. Grimaldi ha addirittura pensato ad un “bonus estate” per spingere i giovani ad accettare un lavoro che avrebbe già un compenso da 1.500 o 2mila euro al mese in su. “Abbiamo 800mila passeggeri in più rispetto all’anno scorso - insiste, ma ci manca la forza lavoro per fornire i servizi”.

Open Fiber vive lo stesso dramma: “Dovrei assumere migliaia di persone”. E Rete Ferroviaria Italiana pure: “Parliamo di circa 35mila addetti nell’intero indotto”. Vincenzo Ranieri, amministratore delegato E-Distribuzione, la mette in questi termini: “Guido una azienda da 15mila dipendenti - spiega - ma con migliaia di cantieri che si aprono ogni giorno avremmo bisogno di qualcosa come 5mila operai. A gennaio abbiamo avviato un'iniziativa per formare oltre 5mila giovani e sono arrivate migliaia di richieste.

La fame di lavoro c'è. E molti hanno voglia di lavorare. Ma il nostro mercato dell'occupazione è complicato e bisogna riuscire ad avvicinare chi cerca un posto e chi è in grado di fornirlo. Non c'è miglior investimento di questo".

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