Pichetto: "Fondo auto da 400 milioni"

Il viceministro al Mise: "Accompagnare la trasformazione green"

Pichetto: "Fondo auto da 400 milioni"

L'industria italiana automotive tra crisi dei chip, materie prime alle stelle, transizione verso il tutto elettrico e le incognite dettate dalla pandemia è uno dei temi centrali sul tavolo di governo e sindacati. E lo stesso viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto, a un convegno organizzato dal sindacato Fim Cisl, lo ha confermato: «Il fondo per la riconversione dell'industria dell'auto è uno dei temi sul tavolo nazionale per accompagnare 10 anni di trasformazione». Pichetto si riferisce al piano Ue «Fit for 55» secondo il quale nel 2035 ci sarà lo stop definitivo alla produzione di veicoli endotermici, appuntamento che vede il settore anticipare (coraggiosamente) i tempi con la produzione di vetture unicamente elettriche già a partire dalla metà di questo decennio. E Pichetto, alla luce di quanto stimato dai big del comparto, ovvero che nel 2025 già il 30% del mercato sarebbe composto da auto elettriche, ha parlato di una possibile «dotazione pari a 300-400 milioni l'anno utilizzando anche parte dei fondi per gli incentivi all'endotermico che dal 2023 non avranno più senso». Tutto comunque da verificare, considerando l'esigenza di rinnovare il parco circolante, lo stato dell'arte delle infrastrutture di ricarica e la risposta dei consumatori alla svolta imposta da Bruxelles. Pichetto puntualizza subito dopo che si è di fronte alla «fine di un prodotto che riguarda una massa di imprese e, dunque, bisogna accompagnare i lavoratori a professionalizzarsi e a fare la trasmigrazione, aiutando le imprese che vogliono cambiare mestiere a farlo».

Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl, ha fatto due conti: «Il passaggio all'elettrico impatta negativamente sull'occupazione per circa il 30%, un costo sociale enorme in un arco di tempo brevissimo: 14 anni. Sono a rischio 50-60mila addetti che operano nei comparti legati ai powetrain tradizionali».

Intanto, il «Tavolo Stellantis», sollecitato dai sindacati, «sarà convocato tra il 10 e il 12 ottobre», l'impegno preso da Pichetto.

Il gruppo, infatti, come i concorrenti, continua a essere penalizzato dalla non disponibilità di chip. «La situazione contingente è difficile e dobbiamo adattare la nostra competitività allo stato attuale delle forniture», la precisazione di Davide Mele, numero due di Stellantis per la regione Europa.

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