
Banca Popolare di Sondrio, sotto Offerta pubblica di scambio di Bper, sta ricorrendo a ogni arma possibile per opporre resistenza al gruppo guidato da Gianni Franco Papa. Ed è per questo che il «consiglio d'amministrazione ha deliberato di proporre all'assemblea straordinaria dei soci la modifica dell'articolo 49 dello statuto sociale». Per effetto di tale modifica, il consiglio di amministrazione potrà deliberare la distribuzione di acconti sui dividendi. Attraverso cedole più generose (annunciate 1,5 miliardi di cedole al 2027), il gruppo guidato da Mario Alberto Pedranzini (in foto) punta a rendere più conveniente nel breve periodo che l'istituto valtellinese rimanga da solo, scoraggiando così l'adesione all'offerta dell'istituto emiliano. Non solo, una politica dei dividendi più generosa del previsto avrebbe l'effetto di rendere meno conveniente l'Ops dal punto di vista di Banca Bper - che troverebbe nelle riserve dell'istituto un tesoretto inferiore - e al tempo stesso premiare gli attuali soci prima che il cambio di proprietà propizi una virata sulla politica di remunerazione.
I tempi dell'Ops, il cui periodo di adesione dovrebbe iniziare nella seconda parte dell'anno, verosimilmente in autunno, dovrebbero permettere al consiglio d'amministrazione della Popolare di Sondrio di annunciare per tempo l'acconto sul dividendo per l'anno in corso.
Per compiere questa operazione serviva, per l'appunto, una modifica dello statuto che è una delle clausole previste dal Codice civile, insieme alla necessità di approvare almeno i conti infrannuali (trimestrali o semestrali). La prassi, nei grandi gruppi bancari, è di annunciare l'acconto sul dividendo dopo la semestrale, ma a questo punto potrebbe anche essere che Sondrio possa anticipare i tempi.
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