Il prelievo sulle pensioni entra nel vivo. A giugno milioni di pensionati hanno dovuto restituire con un conguaglio quanto versato in più dall'Inps in base alle tabelle per la rivalutazione degli assegni. Rivalutazione che come sappiamo è stata limata dall'esecutivo con la legge di Bilancio varata a fine 2018. In sostanza con le limature decise dai gialloverdi per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. La nuova indicizzazione degli assegni, come sappiamo, è scattata lo scorso primo aprile. A giugno dall'assegno è stato tolto quanto incassato in più nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. La prassi di toccare le rivalutazioni delle pensioni è stata lanciata dal governo Prodi nel 1997. Poi confermata nel secondo governo Prodi nel 2008 e nuovamente applicata anche da Monti.
Solo con i governi Berlusconi (2001/2006 e 2009/2011) i pensionati hanno ricvuto una rivalutazione regolare, come ricorda ilCorriere. Negli ultimi anni con i governi Renzi, Gentiloni e Conte è tornata sul campo la sforbiciata che va ad erodere gli assegni. E adesso sul fronte dell'ultimo scippo subito dai pensionati arrivano nuove stime che rendono l'idea del salasso che toccherà ai pensionati. Secondo quanto riporta Itinerari Previdenziali, i pensionati che dovranno fare i conti con la riduzione dell'assegno sono circa 5,5 milioni. Non una parte minima, si parla del 34 per cento dei 16 milioni di pensionati italiani. E di questi, almeno 1,5 milioni saranno penalizzati in modo pesante. Ma attenzione: anche nel caso di pensioni basse, la perdità è rilevante per l'effetto "trascinamento". E a dimnostrarlo è uno studio dello Spi, il sindacato dei pensionati che fa un calcolo sulle pensioni da 1.500, 2.000 e 3.000 euro lordi mensili. Scorporando i dati dal lordo è possibile vedere gli effetti sul netto. Su una pensione da 1.268 euro la perdita è bassa: 44 euro in 3 anni. Il valore comincia a salire se si considera lo "scippo" su una pensione da 1.607 euro netti. In questo caso in soli tre anni si perdono 467,48 eruo.
Le cose non vanno meglio per una pensione media di 1.897 euro. Nei prossimi tre anni questi pensionati dovranno rinunciare a 1.239,42 eruo. Infine per una pensione netta da 2.181 euro perderanno da qui al 2021 circa 1.534 euro. Non proprio una passeggiata...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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