Il "maxi scivolo" per gli statali: via in pensione 5 anni prima

Si va verso l'incentivazione all'uscita dal lavoro per quelle "persone vicine all'età pensionabile e con professionalità non adeguate a cogliere l'innovazione tecnologica"

Il "maxi scivolo" per gli statali: via in pensione 5 anni prima

Realizzare uno scivolo studiato ad hoc per accelerare il processo di pensionamento di lavoratori pubblici e statali, ecco cosa prevede il piano firmato dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.

Stando a quanto riferito da Il Messaggero tale riforma, illustrata in audizione alle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro riunite a palazzo Madama, sarebbe da attuare attingendo anche ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Due le manovre principali da realizzare pressoché in contemporanea, ovvero le assunzioni con concorsi veloci (al Sud sarebbero 2800 i posti di lavoro previsti dalla Legge di bilancio 2021 per i giovani nella pubblica amministrazione) ed al contempo la velocizzazione del pensionamento per quei profili lavorativi ritenuti inadeguati a stare al passo coi tempi. Lo dice espressamente lo stesso ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta quando parla della creazione di un "meccanismo volontario di incentivi all'esodo di persone vicine all'età pensionabile e con professionalità non adeguate a cogliere l'innovazione tecnologica o non più motivate a rimanere nel settore pubblico". Dunque, stando a quanto è possibile cogliere dalle anticipazioni del documento, il piano prevede lo "svecchiamento" della Pubblica amministrazione come soluzione per migliorare l'intero settore.

I numeri parlano di circa 190mila dipendenti delle pubbliche amministrazioni andati in pensione tra 2019 e 2020 e di 300mila destinati a percorrere la medesima strada nei prossimi 4 anni. Dipendenti pubblici la cui età media supera i 50 anni, mentre quasi il 17% del numero totale degli occupati ha più di 60 anni."Le cessazioni delle fasce con maggiori anzianità contribuiscono ad elevare la quota di laureati che tuttavia non supera il 40%", si legge ancora nel documento firmato dal ministro della Pubblica amministrazione. "È urgente ripensare i meccanismi di reclutamento delle persone sia sul piano procedurale ed organizzativo che della selezione delle professionalità migliori e più idonee per le esigenze dell'amministrazione".

Sempre a proposito del medesimo campo, stando a quanto riferito da La Stampa, è in previsione per la giornata di oggi la firma del cosiddetto "Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale".

Mario Draghi ed i rappresentanti sindacali firmeranno un accordo con lo scopo di migliorare l'ambito ed il rendimento lavorativo nel settore pubblico: sarebbero in calendario non solo assunzioni ma anche la concretizzazione di una partecipazione attiva al percorso di digitalizzazione, la definizione dei doveri di "formazione" dei dipendenti ed il completamento dei rinnovi contrattuali fermi oramai da anni.

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