A meno di clamorose novità sono quattro i nomi per la successione a Sergio Marchionne alla guida di Fiat Chrysler Automobiles. E tutti, come detto più volte dal manager italo-svizzero e ribadito da John Elkann, fanno già parte del gruppo. Vediamo chi sono: Alfredo Altavilla, responsabile della regione Europa e Medio Oriente per il gruppo, i britannici Richard Palmer e Mike Manley, rispettivamente direttore finanziario e capo di Jeep dal 2015, e il torinese Pietro Gorlier, numero uno globale dei marchi Mopar e Magneti Marelli. Di seguito un breve profilo dei manager.
Alfredo Altavilla, cinquantaquattro anni, è stato nominato chief operating officer Emea nel novembre 2012 ed è inoltre Head of Business Development e membro del Group executive council (Gec) dal settembre 2011. Entrato nel 1990 in Fiat Auto, occupandosi di pianificazione strategica e sviluppo prodotto, lo scorso anno era stato chiamato in Finmeccanica per la successione all’ad Mauro Moretti. Il fondo Elliott lo ha inserito nella lista dei consiglieri indipendenti per il cda Tim. Era con Marchionne in un momento chiave della storia di Fiat: quando venne chiusa con Gm la put option, portando a casa 2 miliardi di dollari che furono usati per il rilancio dell'azienda all’inizio dell’era Marchionne. Altavilla, inoltre, ha guidato Fiat Powertrain e Iveco.
Mike Manley, classe ’64, è stato nominato capo del marchio Jeep a giugno del 2009 e fa parte del Gec dal settembre 2011. Il manager britannico, nato a Edenbridge nel Regno Unito, guida il brand su cui Fca sta puntando di più. Ma nonostante il record di immatricolazioni in Europa nel 2017, lo scorso anno Jeep ha ha venduto a livello globale circa 1,4 milioni di auto, in leggero calo rispetto agli 1,41 milioni del 2016. Dall’ottobre del 2015, Manley è diventato responsabile anche del marchio di pickup truck Ram.
Richard Palmer, classe ’66, è stato nominato chief financial officer e membro del Gec nel settembre 2011. A lui fanno capo le attività finanziarie a cui Marchionne ha dato grande rilievo nella fase di ristrutturazione di Chrysler e, successivamente, per la gestione del debito di Fca. Nato a Bath, in Inghilterra, aveva guidato le finanze di Fca Us, in precedenza Chrysler Group, da giugno 2009, con delega a funzioni chiave come corporate controlling, treasury e tax. Palmer potrebbe beneficiare di un eventuale azzeramento del debito netto industriale, ora a 2,4 miliardi di euro, se tale obiettivo, a cui Marchionne tiene particolarmente, venisse effettivamente raggiunto.
Pietro Gorlier, capo della componentistica del gruppo dal giugno 2015, è a sua volta nel Gec da settembre 2011. Torinese doc, è nato nel 1962. La componentistica di Fca ha visto crescere i ricavi del 5% a 10,115 miliardi di euro nel 2017, con un forte aumento dell’Ebit adjusted e del margine per Magneti Marelli. Le nuove frontiere dello sviluppo della guida autonoma e della connettività hanno permesso alla divisione del gruppo di mettersi in luce. Non è detto, dunque, che il manager segua Marelli, che Fca spera di scorporare entro il prossimo dicembre.
Camilleri per la Ferrari
Il manager egiziano-maltese Louis Carey Camilleri viene indicato come possibile successore di Marchionne alla carica di ad della Ferrari. Nato ad Alessandria d'Egitto da famiglia maltese, studi in Gran Bretagna e laurea in Economia a Losanna, è entrato in Philip Morris nel 1978 e - pur affiancandovi numerose esperienze professionali - non ne è mai uscito, arrivando a occuparne la carica di presidente e amministratore delegato. In Ferrari Camilleri occupa già un incarico di primo piano, essendo stato nominato nel 2017 Senior Non-Executive Director e presidente del Cda.
Nella sua esperienza professionale anche incarichi ai vertici di Kraft Foods e altria Group e la partecipazione nel cda di America Movil, il quarto operatore di telefonia mobile al mondo per numero di abbonati, e di Telmex International, holding di telecomunicazioni messicana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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