Sulle pensioni scoppia il caos. E spunta quota 41

Se non verrà prorogato Quota 100, la direzione potrebbe essere quella di Quota 41: uscire dal mondo del lavoro lavoro indipendemente dall'età. Si fanno strada anche nuove riforme sui lavori usuranti e torna di attualità Opzione donna

Sulle pensioni scoppia il caos. E spunta quota 41

Nuove soluzioni bussano alla porta sul dopo Quota 100: la cancellazione dal Pnrr della sperimentazione triennale sul pensionamento anticipato apre nuovi scenari.

Ecco Quota 41

Anche se il dossier è rinviato all'autunno quando, grazie alla legge di Bilancio, sarà definito l'assetto che entrerà in vigore dal primo gennaio 2022, cominciano a circolare le prime ipotesi: come riporta Il Messaggero, parte in vantaggio la cosiddetta Quota 41 che sarà la possibilità di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall'età. Tra i partiti, la Lega fa il "tifo" per questa misura: il partito guidato da Matteo Salvini era stato tra i promotori della quasi ex Quota 100. Anche se nella riunione notturna del Consiglio dei ministri non è stato ribadito, è sottinteso che alla fine del 2021 scadrà automaticamente (se non verrà prorogato) la possibilità di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contribuzione.

Qual è il problema attuale

Il problema di più stretta attualità riguarda tutte le fasce d'età che vedrebbero di fronte un "Everest" da scalare di cinque anni, dai 62 attuali ai 67 della pensione di vecchiaia. I sindacati sono sul piede di guerra perché chiedono da mesi (invano) un confronto con l'effettiva attivazione delle due commissioni tecniche su lavori gravosi e separazione tra previdenza e assistenza. Sulla scarsa possibilità che venga rinnovato l'attuale sistema pensionistico, tra l'altro, incide lo scoarso utilizzo della stessa Quota 100: i dati ci dicono che alla fine dello scorso marzo, dopo oltre due anni di applicazione, le domande accolte sono state complessivamente soltanto 286 mila, più o meno il numero delle maggiori pensioni che l'originaria relazione tecnica stimava al termine di un solo anno. Sullo scarso successo di questa misura avrà inciso, probabilmente, il requisito contributivo dei 38 anni difficile da conseguire soprattutto per le lavoratrici.

Cosa cambia per i lavori usuranti

Il riferimento (poi eliminato) per un intervento a favore soltanto dei lavoratori impegnati in attività gravose, evidenziava la volontà del governo di rispondere positivamente alla Commissione europea che ha sempre chiesto di applicare in pieno le precedenti riforme previdenziali e quindi, sostanzialmente, di tornare alla legge Fornero, misura che non piace assolutamente a Matteo Salvini che definisce "inaccettabile" l'ipotesi ed uno dei motivi di tensione all'interno della maggioranza. Le misure specifiche sui lavori usuranti potrebbero consistere nel potenziamento di quelle attuali (il canale per le lavorazioni particolarmente faticose e pesanti e l'Ape sociale per le quindici categorie introdotte nel 2017).

Altre ipotesi in campo

In ogni caso, se andasse in porto Quota 41, rappresenterebbe un'estensione dell'attuale sistema di pensione anticipata previsto dalla stessa legge Fornero: per l'uscita dal mondo del lavoro, indipendentemente dall'età, sono richiesti 41 anni e 10 mesi di contributi alle donne e 42 e 10 mesi agli uomini: in particolare, questo beneficio sarebbe limitato alle lavoratrici che già normalmente hanno carriere meno lunghe: anche questo aspetto potrebbe suggerire di prorogare "Opzione donna" che permette ancora di maturare il diritto all'uscita a 58 anni (59 per le autonome) e 35 anni di contributi, accettando una pensione ridotta del 15-20% per l'applicazione integrale del calcolo contributivo.

Un'altra probabile linea di intervento è l'estensione dei prepensionamenti a seguito di accordi aziendali: la soglia per il contratto di espansione, oggi riservato alle imprese con almeno 500 dipendenti (250 in casi particolari) potrebbe scendere ancora. È ancora tutto in alto mare, staremo a vedere.

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