Rcs, rischio chiusura per i periodici

Rcs, rischio chiusura per i periodici

Rcs cambia programma. Le dieci testate periodiche (tra le quali Novella2000, OkSalute e A) per le quali era stata prospettata la vendita in blocco saranno dismesse singolarmente entro il 30 giugno. Nel caso non giungano offerte saranno liquidate con conseguente perdita del posto di lavoro per 110 dipendenti tra cui 90 giornalisti. È quanto è emerso dall'incontro di ieri tra l'azienda e le rappresentanze sindacali. In particolare, la modifica del procedimento è dovuta a una decisione del cda. In realtà per il blocco dei periodici, rilevano fonti finanziarie, non è arrivata in shortlist nessuna offerta. I potenziali pretendenti (il gruppo Prs e News 3.0), inoltre, avrebbero chiesto una «dote».
Queste tensioni si sono riverberate sulla convention che l'ad Pietro Scott Jovane ha presieduto ieri pomeriggio a Milano al Teatro Elfo Puccini e simbolicamente intitolata Rcs, 2015: imbarco immediato con chiaro riferimento all'orizzonte temporale del piano. I cambiamenti saranno drastici. Innanzitutto, Quotidiani e Periodici saranno uniti in una sola business unit che sarà presieduta da Alessandro Bompieri, attuale capo della divisone che pubblica Corriere e Gazzetta. Create anche le divisioni Sfera (infanzia) e Operations (forniture, real estate e infrastrutture), mentre non ci saranno grandi variazioni per pubblicità e libri. L'obiettivo per raggiungere un mol di 150 milioni è l'integrazione multimediale delle redazioni online dei due quotidiani, la creazione di due web tv e la fornitura di contenuti premium a pagamento, oltre all'apertura di una finestra sull'e-commerce (e-book collaterali e attrezzature sportive).
Ovviamente, la realizzazione di questi propositi passa per il completamento della ricapitalizzazione da 400 milioni che consentirà a Rcs di restare in vita. La ridda di indiscrezioni che hanno per oggetto il Corriere aumenta la confusione e, per certi versi, la conflittualità. Al momento, infatti, l'ipotesi di una riscrittura degli accordi per la ristrutturazione del debito da 800 milioni con la concessione di nuova finanza per 575 milioni non è suffragata dalle evidenze. Gli spread applicati ai nuovi contratti, per quanto onerosi, dovrebbero restare invariati salvo cambiamenti di rotta dell'ultima ora. Anche se appare improbabile che un piano industriale delineato secondo precisi parametri possa essere riscritto ancora una volta costringendo Mediobanca, Intesa, Unicredit, Ubi, Bnl e Bpm a rivedere gli accordi.
Le scosse di assestamento sono destinate a proseguire fino all'assemblea del 30 maggio. Ieri gli aggiornamenti Consob hanno reso noto che la Edizione dei Benetton (che non aderirà alla ricapitalizzazione) ha limato la quota dal 5,1 al 4,8% circa.

Nessun disimpegno da parte di Ponzano Veneto né, tantomeno, un preavviso di voto contrario nell'assise. Fino a quando Giuseppe Rotelli con il suo 16,5% non avrà sciolto la riserva, la fazione avversa all'aumento diluitivo capeggiata da Diego Della Valle potrà sperare nel clamoroso ribaltone.

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