Reddito di cittadinanza? Può raddoppiare il numero di chi lo incasserà

Secondo i dati dell'Inapp 1,6 milioni di famiglie starebbero per inoltrare domanda di accesso alla manovra

Reddito di cittadinanza? Può raddoppiare il numero di chi lo incasserà

La grave crisi economica in cui versa il nostro Paese potrebbe portare presto a un'impennata del numero di richieste di accesso al reddito di cittadinanza.

Al momento sono circa 1,4 milioni le famiglie italiane beneficiarie di suddetta manovra. Tuttavia, almeno secondo una previsione effettuata dall'Istituto Nazionale per l'Analisi delle politiche pubbliche (Inapp), ci sarebbero potenzialmente ulteriori 1,6 milioni di famiglie pronte a inoltrare specifica istanza. Ciò significa che, nel caso in cui tale ipotesi venisse a realizzarsi, si potrebbe arrivare alla cifra di 3 milioni di nuclei familiari, poco più del doppio di quelli registrati fino ad ora. All'interno del policy brief specificamente dedicato al reddito di cittadinanza, inoltre, l'Inapp denuncia il fatto che il 46% dei percettori risultano impiegati in mansioni non remunerate in modo sufficiente a consentire loro di uscire da una condizione di conclamata indigenza.

Il Rdc pesa attualmente all'incirca 800 milioni di euro ogni mese: se si dovesse salire fino a 3 milioni di nuclei percettori, tale cifra potrebbe superare la soglia di 1,5 miliardi di euro (in un anno circa 18/20 miliardi). Prima del Coronavirus e delle misure restrittive imposte dal governo erano 810mila le famiglie beneficiarie. Un numero che è salito in breve tempo: "Il Reddito ha rappresentato un'ancora di salvezza per 1,8 milioni di famiglie", commenta il presidente di Inapp Sebastiano Fadda.

Secondo le previsioni dell'Istituto Nazionale per l'Analisi delle politiche pubbliche, la distribuzione geografica dei nuovi richiedenti ricalcherebbe quella già registrata fin dalle prime fasi della manovra, con una maggioranza in Campania (20%), Sicilia (15%) e Lazio (11%).

L'unico modo per migliorare la condizione dei percettori sarebbe quella di studiare delle soluzioni lavorative più consone."Considerato che quasi la metà dei percettori risultano essere lavoratori poveri", precisa Fadda, "si potrebbe dire che basterebbe migliorare le condizioni retributive e lavorative di questi lavoratori per quasi dimezzare immediatamente la platea dei beneficiari". Finora l'esecutivo si è semplicemente limitato a introdurre dei tagli per coloro che rifiutano gli impieghi proposti e per quanti non frequantano assiduamente i centri per l'impiego. Ma perché in tanti hanno respinto le offerte di lavoro? I dati di Inapp riferiscono che il 53,6% degli intervistati ha rivelato che le mansioni proposte erano distanti dalle competenze possedute, che il 24,5% reputa tali compiti come non compatibili col proprio titolo di studio e che l'11,9% valuta il compenso proposto troppo basso.

Secondo i dati Inapp, inoltre, solo il 39,3% di percettori ha dichiarato di esser stato contattato dai centri per l'impiego, e il 32,8% dai Comuni.

Del 39,3% di coloro che sono stati contattati dai centri per l'impiego, inoltre, solo il 40% ha sottoscritto il patto per il lavoro e appena alla metà dei percettori del reddito di cittadinanza presi in carico è stata effettuata una proposta di impiego. Una proposta, peraltro, respinta da circa il 56% dei diretti interessati.

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