Reputation economy, Lego al top della classifica

Il rimato della casa dei celebri "mattoncini" che emerge dallo studio EU5 RepTrak® 2018 che ha analizzato 140 aziende multinazionali. Seconda Bosch seguita da Rolex e Sony: Bene le italiane Ferrero, Barilla, Pirelli e Lavazza

Reputation economy, Lego al top della classifica

Lego svetta su tutti nella classifica EU5 RepTrak® 2018 con la migliore reputazione aziendale complessiva, seguita da Bosch, Rolex e Sony, tutte aziende percepite con una reputazione eccellente (superiore ad 80 punti).

Primato della casa dei celebri "mattoncini" che emerge dallo studio EU5 RepTrak® 2018 pubblicato dal Reputation Institute che ha analizzato 140 aziende multinazionali. Quest'anno la top ten vede dunque Lego sul podio, seguita nell'ordine da Bosch, Rolex, Sony, Samsung, Canon, Michelin, Walt Disney Company, Adidas, Amazon.

A portare Lego al primo posto in classifica l'impegno della società a "costruire un forte marchio aziendale, attraverso investimenti nell’ambito della Responsabilità Sociale e una profonda determinazione a innalzare il livello di engagement tra i suoi principali stakeholder".

Tra le italiane Ferrero, già riconosciuta come l’azienda italiana più reputata nel mondo, secondo il Global RepTrak® 100 pubblicato a marzo, si conferma la prima conquistando il 12° posto, Barilla al 14° posto, Pirelli al 20° e Lavazza al 26°.

Lo studio mette in evidenza i fattori necessari per liberare il potenziale reputazionale delle aziende accrescendone il business: l’importanza delle attività di Responsabilità Sociale, una forte connessione emotiva con i consumatori, in particolare da parte del ceo, sono oramai prerequisiti fondamentali per conquistare la leadership reputazionale di un determinato settore.

"Per competere a livello globale nella Reputation Economy, le aziende devono comprendere le singolari sfide reputazionali di ogni singola area, come l’Ue - spiega il vice presidente esecutivo Michele Tesoro Tess -.

Le aziende, anche se globali, non possono più semplicemente adottare un approccio one-company-one message per la loro narrazione aziendale ma devono saper intercettare le aspettative chiave dell’Europa, specialmente in un contesto come quello che imporrà la Brexit".

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