Nel 2018, la Svezia è passata dal 3° al 1° posto ed è uno dei quattro Paesi con una reputazione considerata “eccellente” insieme a Finlandia, Svizzera e Norvegia. Con performance quasi tutte eccellenti, la Svezia è considerata la nazione più etica, con elevata trasparenza, bassa corruzione e politiche sociali ed economiche più progressiste.
Subito dietro la Svezia, la Finlandia che ha registrato la crescita più rilevante, passando dal 7° al 2° posto in graduatoria. Chiude il podio al 3° posto la Svizzera: è la prima volta, negli ultimi anni, che a occupare i primi tre posti sono tre Paesi europei.
È lo scenario che emerge dalla classifica annuale della Country RepTrak®, la fotografia più aggiornata sulla reputazione dei Paesi, con oltre 58 mila interviste individuali, realizzata dal Reputation Institute, leader mondiale nella misurazione e gestione della reputazione. Lo studio ha valutato, durante il primo trimestre del 2018, la percezione di un campione rappresentativo della popolazione dei Paesi del G8 rispetto ai 55 Paesi con le economie più sviluppate. È stato analizzato non solo il legame emotivo verso questi Paesi ma anche come le percezioni sulla reputazione guidino i comportamenti dei principali stakeholder sulla base di indicatori chiave come la disponibilità a visitare, vivere, lavorare, investire e studiare in queste nazioni.
“L’impatto di una buona reputazione sui principali indicatori economici di un Paese è sempre più evidente anche se crescere l’attenzione nel legare la reputazione di un Paese e quella delle Aziende che, di fatto, ne sono ambasciatori verso l’estero - spiega Michele Tesoro-Tess, senior manager Emea di Reputation Institute -. È importante, soprattutto in un momento in cui gli stakeholder chiedono alle imprese un nuovo attivismo, che le aziende prendano consapevolezza del loro ruolo a supporto dell’attrattività di un Paese. Lavorare sulla reputazione delle aziende, in una prospettiva di business diplomacy, contribuisce a migliorare il racconto del contesto economico e, quindi, della reputazione del Paese”.
L’Italia è al tredicesimo, con una reputazione forte pari a 75 punti, in crescita comunque rispetto allo scorso anno (+1,2 punti). Un giudizio controverso quello dei cittadini del G8 sull’Italia perché mentre da un lato aumenta il loro legame emotivo nei confronti del nostro Paese (siamo al sesto posto per attrattività del paesaggio), dall’altro pesa l’incertezza legata al futuro assetto politico-istituzionale, con riferimento al contributo alla comunità internazionale.
“La capacità attrattiva dell’Italia si conferma l’elemento chiave della sua reputazione”, ha commentato Fabio Ventoruzzo, vice presidente di Reputation Institute Italia -. Ora è arrivato il momento di accelerare e rafforzare le partnership tra Istituzioni pubbliche e aziende private con interessi e progettualità convergenti per proporre una visione di medio-lungo periodo dell’Italia. Dobbiamo uscire dal luogo comune del BelPaese per lavorare sulla percezione di un BuonPaese, capace di attrarre risorse e investimenti”.
Come emerge dalle classifiche annuali l'impatto economico della reputazione è significativo anche per la Country RepTrak®. All’aumento di un punto di reputazione corrisponde un conseguente aumento annuale dello 0,9% del numero di turisti e un aumento dello 0,3% nei tassi di esportazione.
Lo studio di Reputation Institute ha inoltre rivelato che i sentimenti di fondo legati a tensioni geopolitiche, nazionalismo e contraddizioni sociali hanno portato a un calo generale della reputazione in tutto il mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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