La resa di Tsipras alla Troika: così restano i tagli e l'austerity

Altro che rivoluzione, il premier greco si arrende alla Troika. E spunta pure la patrimoniale per armatori e oligarchi. E ad Atene cresce la fronda contro Syriza

La resa di Tsipras alla Troika: così restano i tagli e l'austerity

Atene, tra attesa e tensione. Nonostante fosse attesa entro oggi, la lista di misure che Atene sta preparando per il prolungamento del prestito Ue sarà presentata domani mattina. Il premier Alexis Tsipras, il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis e gli altri colleghi del governo stanno mettendo a punto le misure che la Troika dovrà approvare per consentire alla Grecia di beneficiare di assistenza finanziaria per altri quattro mesi. Ma il premier, che ha percorso uno sentiero strettissimo per ottenere l’appoggio internazionale, deve incassare attacchi provenienti dalla sua sinistra. Perché la lettera d'intenti che Varoufakis dovrà recapitare a Bruxelles è una vera e propria resa.

I greci dovranno dimenticarsi le promesse elettorali. "La Troika è una istituzione che non riconosciamo e non metterà più piede ad Atene", tuonava il leader di Syriza lo scorso 25 gennaio. Non è passato tanto tempo da quel giorno. Eppure basta dare un'occhiata al documento di sei pagine che sarà consegnato oggi alla trioade Ue, Bce e Fmi per capire che qualcosa è andato storto, che Tsipras è dovuto scendere a patti col "nemico", che i tagli agli statali e l'austerity imposta dalla cancelliera Angela Merkel per far riavere i soldi ellenici alle banche tedesche restano. Forse la sola misura umanitaria sarà il blocco della confisca delle case. Niente più. "Senza un accordo - spiega un funzionario greco - avremmo dovuto imporre controlli alla circolazione di denaro e il Paese sarebbe collassato". Realpolitik, insomma. "É la prima volta dal 2010 che siamo in grado di decidere noi come salvare il paese senza farci imporre la ricetta da altri - spiega Tsipras - non taglieremo le pensioni e non alzeremo l'Iva". Ma il popolo greco non è disposto a far sconti. Anzi. Tira già una bruttissima aria di rivolta.

Come anticipa la Bild, il governo greco intende ricavare 1,5 miliardi di euro dal contrasto al contrabbando della benzina, 800 milioni dal contrasto al contrabbando delle sigarette e 2,5 miliardi dagli introiti fiscali arretrati. Infine spunta una patrimoniale da 2,5 miliardi che andrà a spremere i greci più ricchi (oligarchi e armatori). Niente di più. Il programma elettorale di Syriza è già carta straccia.

Tanto che l'ultranovantenne eurodeputato di Syriza Manolis Glezos (l’eroe della Resistenza greca che nel 1941 tolse la bandiera con la svastica dall’Acropoli) ha chiesto scusa al popolo greco: "Anch’io ho partecipato a questa illusione". In un articolo sul sito Kinisienergoipolites, Glezos ha detto che "rinominare la Troika Istituzioni, il Memorandum accordo è come chiamare pesce la carne, non cambia la situazione precedente".

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