Abbiamo già raccontato qui su ilgiornale.it più volte i casi in cui l'Inps chiedeva indietro somme erogate per sbaglio sul rateo pensionistico. Di fatto, come abbiamo sottolineato, spesso l'errore può non dare seguito ad una restituzione perché la normativa a riguardo parla chiaro: vanno restituite le cifre indebite in caso di dolo del pensionato e non in caso di errore da parte dell'ente erogatore. Ma in questi ultimi tempi, come ha sottolineato l'avvocato Celeste Collovati (tuttopensioni@gmail.com) che da tempo con lo studio Dirittissimo è in prima linea su questo fronte, sono prevenute diverse richieste con il presunto obbligo di restituzione con cifre che variavano a volte di giorno in giorno. "E’ capitato che una signora ricevesse una comunicazione con un debito nei confronti dell’Inps di Euro 20.000 e pochi giorni dopo, ne ricevesse un’altra che recava un altro importo inferiore al precedente, ma non specificava il perché dell’errore e quale fosse il debito di cui tenere conto al fine del pagamento. Altresì un altro signore che nel provvedimento pensionistico provvisorio riceveva un importo di debito nettamente più alto di quanto poi ha ricevuto nel provvedimento pensionistico definitivo", ha spiegato l'avvocato Collovati.
La "fretta" di pagare
Ma non finisce qui. In queste circostanze spesso gioca un ruolo fondamentale in negativo la "fretta" da parte del pensionato di appianare il debito, al punto da pagare la cifra all'Inps in pochi giorni dopo il richiamo. E a volte con due lettere di indebito con due bollettini diversi si corre pure il rischio di commettere errori sulla cifra da restituire. Ed è per questo motivo che vi proponiamo alcuni consigli pratici per evitare amare sorprese. Innanzitutto va fatta una distinzione sul fronte della natura dell'indebito previdenziale: "Di norma si fa riferimento al principio di legittimo affidamento e della buona fede del pensionato, poi occorre valutare caso per caso i singoli indebiti, anche perché la disciplina che si applica è molto diversa tra indebiti derivanti da prestazione assistenziale (invalidità, accompagnamento) o indebiti civili derivanti da errore nell’erogazione della pensione di anzianità", spiega il legale. Dunque cosa fare nel caso in cui dovesse arrivare a casa una lettera che chiede la restituzione di un maxi importo previdenziale? La procedura di recupero dell’indebito pensionistico è regolata dell’articolo 52 Legge 88/1989, come autenticamente interpretato dall’articolo 13 Legge 412/1991. Il secondo comma della prima disposizione citata prevede una sanatoria in favore del pensionato che abbia percepito somme non dovute, poiché "… non si fa luogo a recupero delle somme corrisposte, salvo che l’indebita percezione sia dovuta a dolo dell’interessato".
Che cosa fare e l'annullamento della richiesta
Parole molto chiare che però spesso vengono ignorate dal pensionato che paga il presunto debito senza fare alcun ricorso. "E’ bene sapere che si sono espressi anche i Giudici della Cassazione (nel 2017) per far fronte a tali situazioni purtroppo non infrequenti, affermando che l'ente erogatore, l’Inps, può rettificare in ogni momento le pensioni per via di errori di qualsiasi natura, ma non può recuperare le somme già corrisposte, a meno che l'indebita prestazione sia dipesa dal dolo dell'interessato", spiega l'avvocato Collovati.
A regolare infatti questa procedura è un punto ben preciso: il principio generale di irripetibilità delle pensioni secondo cui "le pensioni possono essere in ogni momento rettificate dagli enti erogatori in caso di errore di qualsiasi natura commesso in sede di attribuzione o di erogazione della pensione, ma non si fa luogo al recupero delle somme corrisposte, salvo che l'indebita prestazione sia dovuta a dolo dell'interessato”. Infine, la Collovati spiega bene perché è fondamentale a volte impugnare l'atto dell'Inps: "Con una procedura legale è possibile arrivare all'annullamento totale del provvedimento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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