Riforma Isee, ecco come cambia con le nuove regole

Il governo giallorosso punta a riformare l'Isee toccando tutti i fattori fin qui utilizzati per il suo calcolo. Dai nuovi coefficienti di riferimento al reddito netto anziché lordo

Riforma Isee, ecco come cambia con le nuove regole

Dai nuovi coefficienti per favorire le famiglie più numerose a un reddito netto anziché lordo: queste sono soltanto alcune delle novità previste dalla proposta di modifica dell'Isee, ormai arrivata a un vero e proprio punto di svolta.

Come ha sottolineato il quotidiano Il Messaggero, la riforma “sarà parte dell'agenda di governo” e cambierà quasi completamente l'Indicatore della situazione economica equivalente, utile per avere una nitida fotografia della propria situazione economica familiare da far valere nell'ambito di ottenimento di benefici o bonus fiscali.

L'esecutivo giallorosso, spiega Tiziana Drago, senatrice del Movimento 5 Stelle, punta a fornire a “un numero maggiore di famiglie le diverse agevolazioni già disponibili”, tra cui “reddito di cittadinanza, bonus bebè e asili nido o il contributo per l'affitto”. Dunque ci saranno nuove regole da tenere a mente prima di richiedere allo Stato l'erogazione delle prestazioni sociali agevolate.

Le tre modifiche

La modifica dovrebbe toccare – usiamo il condizionale perché siamo ancora nella fase di studio – tutti i fattori fin qui utilizzati per il calcolo dell'Isee. Quindi: reddito, composizione del nucleo familiare e patrimonio.

Partiamo dal principio. Per il calcolo dell'Indicatore potrebbe esserci il passaggio dal reddito lordo a quello netto, così da “avvicinarsi di più alla definizione della reale disponibilità economica delle famiglie”.

Per quanto concerne il patrimonio, si tratterebbe di alleggerire il suo impatto sullo stesso Isee, passando dall'attuale coefficiente del 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari a una scala di coefficienti variabili, con le percentuali che potrebbero diminuire con l'aumentare dei figli. Ad esempio: 15% con un solo figlio, 10% con due e 5% con tre.

Arriviamo infine alla scala di equivalenza, fondamentale per tener conto della composizione familiare e delle sue caratteristiche. La senatrice Drago ha spiegato che “prevediamo l'adozione di un sistema di maggiorazioni che sostenga le famiglie numerose”. In altre parole, questo si concretizzerebbe, a titolo esemplificativo, nel “distinguere tra famiglie che hanno un figlio a carico con meno di 26 anni che studia in università e quelle che ne hanno uno che lavora”. È evidente che la riforma ambisca ad aumentare la platea di interessati alle agevolazioni previste dallo Stato.

Cosa cambia

Oggi ci sono già diverse agevolazioni disponibili, come ha spiegato, sempre a Il Messaggero, Giuseppe Colletti, esperto della Cgil: “Il bonus asilo nido ad esempio, viene dato alle famiglie per ogni bambino fino ai 3 anni di età che frequenta strutture sia pubbliche che private.

Con Isee fino a 25mila euro si ha diritto a 3mila euro annui, da 25mila a 40mila l' agevolazione è di 2500 euro”.

Tutta questa platea si allargherebbe, così come cambierebbe anche quella di chi ha diritto ad assegni di maternità, carta famiglia, bonus bollette e Reddito o Pensione di cittadinanza.

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