Ruote d'Italia

La Commissione trasporti della Camera ha ripreso l'esame della proposta di legge per lo sviluppo del trasporto ferroviario delle merci. Niente di più condivisibile, facendo però attenzione ad affrontare temi delicati e con implicazioni tecniche, possedendo le opportune conoscenze. Altrimenti il meglio rischia di diventare nemico del bene. Alcune cose da avere chiare? Innanzitutto quando scatta la convenienza economica per il trasporto su ferro, che al di sotto dei 450/500 chilometri non esiste. Inoltre che la logistica si misura con il tempo e le «rotture di carico» incidono. Poi c'è la sicurezza. Il Governo pensa di limitare il trasporto stradale per le merci pericolose entro un raggio di 200 chilometri spostando il resto su rotaia? Un'analisi delle infrastrutture esistenti è stata realizzata? È stato considerato che le stazioni ferroviarie sono prevalentemente nei centri urbani? La tragedia di Viareggio non ha insegnato nulla? E non dovrebbe far riflettere che questa ipotesi, già affrontata negli anni 1996/97, fu abbandonata dopo verifiche che dimostrarono la non convenienza? Nella logistica moderna la competitività di un tessuto industriale deve trarre vantaggi da una rete ferroviaria adeguata: ma le case si costruiscono dalle fondamenta e non dal tetto.

Prima riammoderniamo le infrastrutture, in modo che la modalità ferroviaria divenga un reale supporto per efficentare la distribuzione. Poi legiferariamo. Magari seguendo i consigli di chi ogni giorno fa, e dunque sa. *Presidente Fai Conftrasportoe vicepresidente Confcommercio

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