Mancano appena poco più di tre settimane al momento in cui la Grecia, in assenza di un accordo con i creditori, si ritroverebbe senza un solo euro in cassa. Eppure, il governo guidato da Alexis Tsipras continua a comportarsi come se avesse ancora tanto tempo davanti. A Bruxelles, della lista contenente la nuova scaletta di riforme si sono perse le tracce. Doveva arrivare nella capitale belga nella serata di venerdì, secondo le assicurazioni fornite dall'esecutivo ellenico. «Non abbiamo ancora ricevuto nulla», hanno rivelato ieri alcune fonti comunitarie. Così, per il momento, il filo delle trattative è tenuto insieme dai colloqui, che continueranno per tutto il week end, tra i tecnici di Atene e quelli dell'ex troika Ue, Bce, Fmi, ora ribattezzata Brussels Group. Ma nessun passo in avanti è stato compiuto, al punto che sembra del tutto sfumata l'ipotesi di una riunione dei ministri finanziari mercoledì prossimo. È «improbabile» un Eurogruppo a breve, confermano le stesse fonti. «Stiamo lavorando per un compromesso, vogliamo una soluzione ma se le cose non dovessero andare per il verso giusto, bisogna sempre considerare lo scenario peggiore», ha ammesso il ministro degli Affari economici internazionali greco, Euclid Tsakalotos.
La riunione dei ministri dell'eurozona sarà convocata solo dopo che il Brussels Group avrà approvato il pacchetto definitivo delle riforme. Che dovranno essere sostenibili dal punto di vista contabile, soprattutto alla luce delle misure di assistenza umanitaria varate unilateralmente da Tsipras, e anche perchè l'ex troika - scrive il settimanale Der Spiegel - non si aspetta che la Grecia riesca a centrare l'obiettivo di un avanzo primario del 3% quest'anno. L'Eurogruppo guidato da Jeroen Dijsselbloem insiste affinchè nel piano siano indicati in modo dettagliato i provvedimenti su pensioni e privatizzazioni. Nei giorni scorsi era filtrata l'indiscrezione secondo cui il governo greco intenderebbe innalzare l'età pensionistica dagli attuali 62 a 67 anni, pur lasciando la possibilità di congedo dopo 40 anni di contribuzione. Nebuloso, invece, il capitolo che riguarda la dismissione degli asset pubblici. Non è ancora chiaro se il premier ellenico intenda far ripartire le cessioni di porti e ferrovie. Il piano dovrebbe inoltre contenere un inasprimento dell'aliquota Iva sui soggiorni in albergo e nelle isole, su tabacchi e alcolici.
L'incertezza che continua ad aleggiare sui negoziati e le distanze che ancora separano le parti dal raggiungimento di una soluzione di compromesso, stanno contribuendo a far crescere l'allarme tra i risparmiatori greci. Col risultato che l'emorragia di denaro dalle banche non si arresta, e solo i fondi d'emergenza garantiti da Mario Draghi tengono a galla il sistema. In marzo sono già stati ritirati tre miliardi di euro, dopo i 4 di dicembre, i 12,2 di gennaio e 7,6 di febbraio. In totale sono 27 i miliardi in fuga da novembre.
Prima dell'inizio della crisi, nel dicembre 2007 i depositi di privati ammontavano a 237 miliardi. Sulla base dei dati della Banca di Grecia, dopo il 2010 sono scesi fino ai 150 miliardi di euro del giugno 2012 per poi risalire a 165 lo scorso settembre e quindi ridiscendere in febbraio a 140,4 miliardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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