Alitalia, Lufthansa si chiama fuori: nessuna intenzione di acquisto

Alitalia si mette sul mercato. Si tenta la vendita a un'altra compagnia. Ma Lufthansa risponde picche: "Non siamo interessati"

Alitalia, Lufthansa si chiama fuori: nessuna intenzione di acquisto

"Lufthansa non alcuna intenzione di acquistare Alitalia". Ulrik Svensson, il direttore finanziario della compagnia aerea tedesca, stronca senza se e senza ma l'ipotesi di un intervento per rilevare l'Alitalia all'indomani della bocciatura del piano di rilancio. Nelle ultime ore il nome di Lufthansa era trapelato più volte tra i possibili acquirenti. E lo stesso ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda aveva parlato di ipotesi "interessante" e "da esplorare". Ma questa eventualità si è già sgretolata.

"Non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione di Alitalia". Il premier Paolo Gentiloni non nasconde la preoccupazione per la compagnia aerea e assicura l'impegno del governo a difendere i lavoratori, i cittadini, i contribuenti e gli utenti ma anche a non disperdere risorse e asset della compagnia, che dovrà essere in grado di stare sul mercato e competere con altre compagnie. La strada è ora quella indicata dai vertici dell'azienda dell'amministrazione straordinaria: Calenda ha confermato la possibilità di un prestito ponte di 3-400 milioni per assicurare i sei mesi di gestione commissariale e garantire la continuità dell'operatività. Il ministro ha riferito che l'esecutivo ne sta già discutendo con Bruxelles.

All'orizzonte si fa strada la vendita ad un'altra compagnia, come indicato anche dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio. L'eventuale vendita a Lufthansa è però già tramontata. "Non ho commenti da fare su Alitalia - ha detto Svensson - ma non siamo per comprarla". Non è interessata a comprare alcun asset di Alitalia nemmeno la compagnia low cost Norwegian Airlines. A riferirlo è il ceo Bjoern Kjos in persona. I sindacati chiedono di riaprire la trattativa e fare di tutto per salvaguardare i posti di lavoro. Ma il ministro Giuliano Poletti ha confermato che la situazione è difficile e che a rischio sono 20mila posti di lavoro. Durante la gestione commissariale, come ha assicurato anche Calenda, la situazione resterà "sotto controllo". Poi interverranno gli ammortizzatori sociali. "Si potrà ricorrere al Fondo trasporto aereo per gli operatori di volo - ha spiegato il ministro del Lavoro - che nell'intesa bocciata dal referendum dei lavoratori era valutato sufficiente ad un'integrazione: ma se il numero di lavoratori sarà più alto - ha avvertito - allora ci saranno gli ammortizzatori sociali ordinari".

"Tutti dobbiamo avere i nervi saldi - ha concluso Poletti - dobbiamo lavorare per la prospettiva che c'è salvaguardando il valore di Alitalia e agendo responsabilmente. Noi stiamo lavorando per trovare una soluzione".

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