La scure dell'Inps sulle pensioni d'oro: "Tagli per 250mila persone". Ma il governo frena

La scure dell'Inps è pronta a calare sulle pensioni d'oro: nel mirino 250mila assegni. Ma il governo frena

La scure dell'Inps sulle pensioni d'oro: "Tagli per 250mila persone". Ma il governo frena

La scure dell'Inps è pronta a calare la scure sulle pensioni d'oro. Negli uffici diretti da Tito Boeri i tecnici stanno mettendo a punto alcune misure per combattere la povertà che colpisce chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. La proposta avanzata al governo è di andare a reperire le risorse in vari comparti tra cui 250.000 pensioni d’oro e oltre 4.000 percettori di vitalizi.

Secondo il report dell'Inps, ci sarebbero costi limitati a carico di circa 230mila famiglie ad alto reddito che appartengono perlopiù al 10% della popolazione con redditi più alti e che si vedono ridurre trasferimenti assistenziali loro destinati in virtù di una cattiva selettività degli strumenti esistenti. "Tra i potenziali perdenti - sottolinea l’Inps - anche circa 250.000 percettori di pensioni elevate, legate in gran parte all’appartenenza a gestioni speciali, e non giustificate dai contributi versati durante l’intero arco della vita lavorativa, oltre che più di 4.000 percettori di vitalizi per cariche elettive". Infine, i lavoratori con lunghe anzianità contributive (ma che hanno iniziato a lavorare dopo il compimento del diciottesimo anno d’età) che decidessero di accedere a pensioni anticipate, si vedrebbero applicare una riduzione di queste prestazioni che può arrivare fino al 10%. Si tratta di una platea di circa 30.000 persone all’anno e in via di riduzione. "Da valutare - fanno notare i tecnici dell'Inps - se la presenza di correzioni attuariali renda non più necessaria l’indicizzazione alla speranza di vita dei requisiti contributivi per l’accesso alle pensioni anticipate (ad esempio congelando i requisiti a 43 anni per gli uomini e 42 anni per le donne)". Infine, si legge nella proposta sottoscritta da Boeri, "non rende più possibile per i dirigenti sindacali applicare alla contribuzione aggiuntiva le regole di calcolo più vantaggiose presenti per la gestione pubblica fino al 1992".

Nel documento Non per cassa ma per equità, che contiene le ipotesi normative consegnate al governo Renzi lo scorso giugno, l'Inps avanza un pacchetto di proposte che "va a beneficio dei contribuenti attuali e futuri in quanto riduce il debito pensionistico implicito". L'obiettivo è abbattere del 50% la povertà fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. "Mentre aumenta la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, lo rende più equo e dunque anche socialmente più sostenibile - si legge nel documento - aumenta la libertà di scelta quanto alla data da cui si decide di percepire la pensione imponendo equiparazioni di trattamenti fra chi ottiene la pensione prima e chi la ottiene dopo; questo contribuisce ad aumentare il benessere delle famiglie e a rendere più efficiente la gestione del personale da parte delle imprese, facilitando la ristrutturazione dell’industria italiana". In questo modi, secondo i tecnici dell'Inps, si agevolerebbe anche il turnover nella pubblica amministrazione liberando posti per nuove competenze. "Semplifica il sistema e rimuove le penalizzazioni in essere per lavoratori che hanno carriere fra il pubblico e il privato oltre che fra gestioni diverse - conclude - dal punto di vista congiunturale ha un contenuto espansivo ma senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici dato che complessivamente porta a ridurre il debito pubblico".

In serata però è arrivata la frenata del governo. Il Piano Boeri sulle pensioni comporterebbe alti "costi sociali" che graverebbero sulle spalle di "milioni" di pensionati. "I contenuti delle proposte di Boeri erano noti al Ministero del Lavoro, che le ha ritenute un contributo utile al dibattito sulla riforma delle pensioni" affermano fonti del dicastero in una nota. "Al momento si è deciso di rinviare perché quel piano, oltre a misure utili come la flessibilità in uscita, ne contiene altre che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi.

Per non far pagare questi costi ai pensionati servono risorse che, al momento, non ci sono. Si vedrà presto come intervenire in modo organico sul tema, ma senza effetti collaterali. Come, peraltro, ha sottolineato anche il Presidente del Consiglio nelle dichiarazioni diffuse oggi dalle agenzie".

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