Con una maggioranza bulgara (9.092 voti a favore, 56 contrari e 19 astenuti), l'assemblea degli azionisti di Banco Popolare ha dato il via libera al raggruppamento di titoli in rapporto di uno nuovo ogni dieci esistenti e all'aumento di capitale da 1,5 miliardi da realizzarsi tra il 31 marzo e il 17 aprile. Una decisione sofferta (si tratta della seconda ricapitalizzazione in tre anni) ma che, insieme con il nuovo piano industriale, consentirà alla banca di intraprendere un nuovo corso dove non sono previsti sconti per nessuno, neppure a famiglie blasonate come i Rotelli e i De Benedetti, e dove invece potrebbe tornare d'attualità il tema del consolidamento.
«La ricapitalizzazione ci è stata imposta dai regolatori, ma sarebbe stato sciocco fermarsi alle loro richieste» ha dichiarato l'ad Pier Francesco Saviotti. L'operazione già approvata da Bankitalia e garantita da un consorzio di banche guidato da Mediobanca e Ubs, permetterà al gruppo di rafforzare i ratio patrimoniali secondo le indicazioni delle autorità europee e, contemporaneamente, di raccogliere le risorse necessarie ad attuare il piano industriale che prevede, attraverso la riorganizzazione delle filiali retail, il rafforzamento del risparmio gestito e l'alleggerimento dei crediti deteriorati, l'aumento di raccolta, prestiti, numero di clienti e il ritorno all'utile. In questo scenario Saviotti non ha escluso nuove aggregazioni: se ci saranno opportunità, il Banco «non si tirerà indietro», anche se per ora non ci sono contatti in corso, neppure con Veneto Banca al centro dell'M&A finanziario.
Interpellato poi da alcuni azionisti su Pandette e Sorgenia, il manager ha affermato a chiare lettere che non farà regali a nessuno. Per quanto riguarda la holding della famiglia Rotelli intenzionata, a quanto sembra, ad opporsi per vie legali all'esercizio della opzione di vendita da parte del Banco dello 0,91% di Rcs ai previsti 113,9 milioni (oggi la partecipazione vale 6 milioni), Saviotti ha dichiarato senza mezzi termini: «Non siamo interessati a offrire sconti a Pandette. Ho sempre saputo che i Rotelli sono una famiglia facoltosa» pur ammettendo poi che «quando si entra in una causa, bisogna solo sperare che si chiuda». Messaggio forte e chiaro anche ai De Benedetti sulla ristrutturazione dell'ingente debito di Sorgenia, società del gruppo Cir esposta verso il Banco per oltre 100 milioni. «Non siamo intenzionati a fare regali a nessuno, nemmeno alla famiglia De Benedetti» ha spiegato il manager che poi ha precisato: «Siamo disponibili, ma a condizione che il gruppo partecipi con una percentuale corretta (le banche, secondo indiscrezioni, starebbero cercando di spingere Cir a versare 150 milioni ndr). Non possiamo essere chiamati solo noi a fare sacrifici se l'imprenditore, che è il principale artefice, non ne fa».
Ulteriori novità dovrebbero arrivare già domani sia su Sorgenia (è atteso un incontro tra vertici aziendali e gli istituti di credito) sia sul Banco visto che scadono i termini per la presentazione delle liste per il rinnovo del cda in agenda, con l'approvazione del bilancio 2013 (chiuso con una perdita di 606 milioni), il 29 marzo.
Il presidente Carlo Fratta Pasini, di cui sembra scontata la riconferma, ha dichiarato in merito «di prevedere la conferma di Saviotti e dei due componenti esecutivi del consiglio», Maurizio Faroni e Domenico De Angelis. Secondo indiscrezioni poi in cda dovrebbero entrare Patrizia Codecasa, Cecilia Rossignoli, Daniela Montemerlo e Cristina Galeotti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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