Spallata ribassista del dollaro sull'euro. Pesano il fattore Brics e la crisi francese

Effetto Trump sul biglietto verde. Cresce l'attesa per la Bce

Spallata ribassista del dollaro sull'euro. Pesano il fattore Brics e la crisi francese
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Nuova spallata ribassista per l'euro. Ad azzoppare la divisa unica europea è l'acuirsi delle tensioni oltralpe, con la Francia che si appresta ad affrontare una crisi politica di una gravità che non si vedeva dal lontano 1962, a cui vanno sommate le ultime invettive di Donald Trump sul fronte dazi che hanno fatto scattare al rialzo il biglietto verde.

Ad accendere la miccia e scatenare le vendite sull'euro e sugli asset francesi sono state le lapidarie parole del presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella. Il partito di Marine Le Pen è pronto a sostenere una mozione di sfiducia nei prossimi giorni a meno che non ci sia un «miracolo dell'ultimo minuto». Il riferimento è alla Manovra per il 2025 da 60 miliardi presentata dal premier Michel Barnier incentrata su aumenti delle tasse e tagli alla spesa. Rassemblement National chiede a gran voce delle modifiche, ma i segnali che arrivano dall'esecutivo non fanno intendere molti margini di trattativa e il voto di sfiducia potrebbe aver luogo già mercoledì.

Contestualmente oltreoceano il dollar index, che misura la forza del biglietto verde rispetto a un paniere di valute principali, è scattato dello 0,8% trovando sponda rialzista nelle ultime esternazioni di Donald Trump. Il presidente eletto questa volta ha tuonato contro i paesi Brics, minacciando dazi addirittura al 100% se porteranno avanti la creazione di una loro valuta comune chiamata a rivaleggiare con il dollaro. Una prima risposta è arrivata da Mosca che ha fatto sapere che qualsiasi tentativo degli Stati Uniti di costringere i paesi a usare il dollaro gli si ritorcerebbe contro.

Tornando alla situazione dell'Europa, oltre alla crisi francese, i riflettori sono già puntati alla riunione Bce del prossimo 12 dicembre, con l'eventualità di un maxi-taglio di 50 punti base che è ancora sul tavolo; nel caso si concretizzasse una politica monetaria più accomodante, le pressioni al ribasso sull'euro potrebbero avvicinare ulteriormente il cambio euro-dollaro verso la parità, anche alla luce dell'atteggiamento meno aggressivo prospettato dalla Federal Reserve (in foto Jerome Powell) che si riunirà il 18 dicembre).

Sull'obbligazionario europeo si conferma la tenuta dello spread Btp-Bund in area 120 punti base, che non è stato impattato dalle

turbolenze politiche di Parigi. Lo spread tra i titoli governativi francesi e quelli tedeschi è invece tornato ad allargarsi nei pressi dei massimi dal 2012 con il premio per il rischio che si mantiene sopra a quello della Grecia.

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