Le pensioni sono il vero banco di prova della partita tra il governo e l'Ue. In mezzo ci sono più di 200 miliardi del Recovery Fund. Bisogna chiarire un punto fondamentale su questo braccio di ferro tra Roma e Bruxelles: l'Europa ci ha già detto che per ottenere i soldi per la ripartenza dopo la crisi Covid servono riforme strutturali. E su questo punto l'Italia sa già da anni di essere in ritardo. Ma attenzione: la richiesta esplicita che arriva dalle stanze di Bruxelles riguarda in pieno gli assegni previdenziali e tutto il sistema pensionistico. Finora i pensionati italiani hanno avuto accesso al trattamento previdenziale muovendosi su tre binari principali: legge Fornero, Quota 100 ed Opzione donna. Il primo è il percorso principe con un'uscita ritardata dal lavoro e assegno pieno. Il secondo percorso permette di lasciare il lavoro in anticipo ma solo fino al 31 dicembre del 2021.
La terza strada invece permette alle donne di abbandonare il lavoro prima degli uomini grazie ad una proroga della finestra d'uscita di manovra in manovra. Ora l'Ue ci chiede a gran voce di rimettere tutto il pacchetto previdenziale nelle mani della Fornero.
Il ricatto sull'Italia
Nelle ultime "Raccomandazioni della Commissione Ue" al nostro Paese c'è un punto fin troppo chiaro ricordato dal Sole 24 Ore qualche giorno fa: dare attuazione piena alla riforma Fornero delle pensioni. Ed è per questo motivo che bisogna guardare con attenzione a cosa farà il governo nei prossimi giorni. Giorni caldi che decideranno il piano per il Recovery Fund che l'esecutivo "zoppo" dei giallorossi deve chiudere al più presto. Ma in questo quadro c'è poco da stare tranquilli. Infatti occorre rivolgere lo sguardo in Spagna per comprendere a pieno quando i fondi Ue che dovrebbero arrivare sono in grado di cambiare totalmente il volto del sistema previdenziale.
Cosa può succedere
La Spagna, come l'Italia, attende una grossa fetta di liquidità da Bruxelles. In cambio l'Europa ha chiesto interventi sulle pensioni. Intervento che il governo guidato da Sanchez ha immediatamente messo sul campo. La mossa di Madrid per assicurarsi i soldi Ue è semplice: l'esecutivo sta per varare un pacchetto di riforme previdenziali che avranno un effetto abbastanza immediato con la diminuzione dell'importo degli assegni pensionistici. Le polemiche in Spagna sono state feroci ma è stato proprio il ministro al Welfare, Escrivà, a chiarire in modo gelido quanto sta per accadere: il ministro ha infatti affermato che l'intervento è indispensabile per mettere le mani sui soldi che arriveranno dal Next Generation Ue.
Dunque è facile prevedere che lo stesso scenario potrebbe toccare all'Italia. In questa chiave potrebbe decadere definitivamente l'ipotesi di una piena applicazione di un sistema previdenziale in grado di sostituire Quota 100. Nei mesi scorsi si è parlato a più riprese di un sistema Quota 102 che però, a quanto pare, non piace poi così tanto a Bruxelles.
Pensionati come bancomat
I pensionati italiani devono fare già i conti con l'aggiornamento dei coefficienti previdenziali che potrebbe portare ad un ammanco sulla pensione che oscilla tra i 100 e i 170 euro. Inoltre gli assegni sbattono ancora contro il muro della rivalutazione calmierata che dovrebbe tornare ad un regime premiante (salvo sgambetti con la prossima manovra) dall'1 gennaio del 2022.
Il ritorno ad una Fornero pura con uscita oltre i 67 anni e assegni ricalcolati potrebbe rappresentare la mazzata finale su una categoria, quella dei pensionati, per troppo tempo usata dai governi (soprattutto quelli di sinistra) come bancomat di Stato. È ora di finirla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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