Porta girevole per Francesco Starace che, libero contrattualmente da qualsiasi vincolo di non concorrenza, approda al fondo Eqt Infrastructure ritrovandosi di fatto a dire la sua sulle partite industriali più calde del momento: dal green, alle tlc. A nemmeno un mese dall'uscita dall'Enel - che ha guidato dal 2014 al 10 maggio scorso - Starace sarà nuovo partner del fondo svedese che ha 119 miliardi di asset in gestione, da pochi giorni controlla il 60% della rete di Wind Tre e insieme al colosso americano BlackRock è stato fra i primi ad aver sondato il terreno sul dossier Italo.
Insomma, chi pensava a una sua uscita di scena dovrà ricredersi. Come nuovo partner dell'advisory team di Eqt Infrastructure, il manager italiano contribuirà alle attività di investimento, supportando le portfolio company e le iniziative strategiche. E c' è da scommettere che l'impegno del fondo in Italia sarà crescente.
Lennart Blecher, partner e head of real assets advisory team di Eqt ha sottolineato di vedere un importante potenziale nell'accelerare il proprio percorso verso net-zero, guidando la decarbonizzazione di diversi settori, dall'energia ai servizi pubblici, dai trasporti fino alla logistica: «La presenza di Francesco al nostro fianco in questo viaggio, grazie alla sua esperienza, è preziosa sia per Eqt che per le nostre portfolio company».
Sul fronte delle tlc, paradossalmente Starace si ritroverà nuovamente in prima fila dopo essere stato protagonista del dossier Open Fiber (la rete concorrente a Telecom che sta portando la fibra ottica dove i collegamenti sono carenti, di cui Enel deteneva il 50% prima della cessione a Cdp), propedeutico al progetto di rete unica non ancora realizzato. Per mesi l'ex ad dell'Enel ha condotto un braccio di ferro con il governo sulla cessione a Cdp. Secondo lo Starace pensiero del, 2021, la rete unica non sarebbe nata prima del 2024-2026. Sarà profeta in patria? Sicuramente ora potrà dire la sua e forse non è un caso che il 60% di Wind Tre sia stato acquisito da Eqt proprio due settimane fa, il 12 maggio, a soli due giorni dall'uscita del manager da Enel.
Sul fronte energetico, Starace svilupperà i business legati alla transizione energetica: i suoi cavalli di battaglia vanno dalla mobilità elettrica alle rinnovabili. Il manager ha sempre sostenuto che «non esistono alternative all'auto elettrica» e che nei «prossimi 10 anni il paese sarà in grado di soddisfare il 90% del proprio fabbisogno di energia con impianti rinnovabile, per i due terzi istallati sui tetti di case e capannoni». L'idrogeno resterà invece ai margini perché per il manager se ne parla dopo il 2030.
«Negli anni, ho avuto modo di osservare il lavoro fatto da Eqt, di cui mi ha profondamente colpito il livello di innovazione e il grande supporto che ha da sempre dato alle aziende impegnate nell'accelerare questa
transizione», ha commentato Starace, dicendosi «orgoglioso di entrare a far parte di Eqt» e speranzoso «che l'esperienza e il network possano contribuire alla crescita del business e a nuove opportunità di investimento».
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