Chi affitta più di tre case sarà considerato come un'impresa, sia che si tratti di una persona fisica che di una società: la stetta sugli affitti brevi multipli è arrivata. Nel disegno di legge sul turismo, che prevede anche incentivi per le attività commerciali nelle piccole località e la revisione dell'imposta di soggiorno, il governo punta a cambiare le regole sulle locazioni brevi gestite attraverso le piattaforme digitali. Una su tutte, Airbnb.
"Il tema di Airbnb va governato in modo intelligente - aveva dichiarato pochi giorni fa il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini - . Il fenomeno ha portato anche un tipo di turismo interessante, a cui l'Italia non può rinunciare, ma va regolato. Non è possibile che ci sia chi finge di avere Airbnb e invece è un’attività d'impresa mascherata". Regolare quindi il settore, stabilendo il tetto massimo di tre appartamenti in affitto breve. Come spiega il Corriere, sotto questa soglia si continuerà a godere delle regole attauli, introdotte nel 2017, come quella che fa riferimento alla tassazione con cedolare secca al 21%. Se le unità immobiliari sono più di tre, scattano i vincoli e gli obblighi che caratterizzano le imprese del settore turistico.
In questo modo, ha spiegato Franceschini, si potrà distinguere tra "chi affitta nello spirito originario di Airbnb e chi invece maschera una normale attività di impresa". Una stretta quella del governo che non risparmia nessuno. La norma vale infatti sia per i contratti stipulati tramite agenzia di intermediazione che per quelli dei "soggetti che gestiscono portali telematici mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da condurre in locazione". Come Airbnb, appunto.
Altre novità puntano a rivitalizzare i borghi più piccoli e a disciplinare le professioni turistiche. Un altro importante articolo del testo riguarda la tassa di soggiorno. Se ad oggi l'imposta è limitata ai capoluoghi di Provincia e alle località turistiche, ora potrebbe essere estesa a tutti i Comuni.
L'importo non sarà più collegato alla fascia di prezzo e quindi alle stelle delle strutture turistiche, ma verrà espresso in una somma percentuale sul costo della stanza e comunque con un tetto di 5 euro a notte per persona.La norma, già vagliata dal Mef, sarà inserita nel collegato al Turismo e potrebbe diventare legge tra giugno e settembre.
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