Swissleaks, gli italiani hanno evaso 741 milioni di euro

La Finanza: verifiche già fatte da anni. Ma dalla lista Falciani potrebbero nascere nuovi accertamenti

Swissleaks, gli italiani hanno evaso 741 milioni di euro

Sono 741 milioni gli euro non dichiarati al Fisco italiano e finiti in Svizzera, scoperti con oltre 3200 verifiche della Guardia di Finanza sui conti degli oltre 5mila italiani che avevano portato i propri quattrini oltre il confine e che figuravano sulla lista Falciani.

Sono i numeri rivelati dalle Fiamme Gialle all'indomani di quello che è già stato soprannominato Swissleaks e che ha portato alla luce un elenco di oltre 100mila persone - tra vip, sportivi ed emiri - che fino al 2006 avevano un conto in Svizzera pur non essendo residenti. Su questi dati, assicura la Gdf che aveva in mano la lista da anni, sono stati da tempo conclusi gli accertamenti. E anzi, almeno un migliaio di italiani hanno approfittato dello scudo fiscale facendo rientrare un tesoretto di un miliardo e 600 milioni e obbligando così decine di procure italiane, complice anche la prescrizione, ad archiviare centinaia di inchieste.

Ma ora si potrebbe aprire un nuovo fronte d’indagine e portare alla luce altre centinaia di nominativi di italiani, sconosciuti e vip, che hanno sottratto redditi a tassazione. Già da anni, infatti, si sapeva dei conti svizzeri di Valentino Rossi, Flavio Briatore e Valentino, i cui nomi erano già emersi assieme a quelli degli altri stilisti Renato Balestra, Sandro Ferrone e Giuseppe Lancetti, del gioielliere Bulgari, della soubrette Elisabetta Gregoraci, del presidente della Confcommercio di Roma Cesare Pambianchi, dell’attrice Stefania Sandrelli, della principessa Fabrizia Aragona Pignatelli, di Francesco D’Ovidio Lefebre e di tanti altri tra cui anche società come Telespazio, colosso specializzato in armamenti e sistemi di difesa.

Tra l'altro in molti casi i conti erano in Svizzera in "modo perfettamente legale, rispettando tutte le leggi e i regolamenti fiscali", come ha detto oggi Flavio Britore. "Non sono residente in Italia da oltre 25 anni e dunque non soggetto al fisco italiano", ha aggiunto l'imprenditore, "I conti tenuti presso la Hsbc sono da anni noti alle autorità giudiziarie italiane che non hanno mai rilevato irregolarità fiscali in merito".

Nuovi accertamenti potrebbero però partire ora dalla procura di Torino, che fu la prima nel 2010 ad aprire un fascicolo e che successivamente inviò le carte a 120 procure, competenti in base al principio del luogo di residenza della persona indagata.

Bisognerà ora capire se si tratta di nominativi già contenuti nelle liste precedenti esaminate dagli investigatori o se siano personaggi completamente sconosciuti: allo stato i magistrati hanno ipotizzato il reato di riciclaggio, ma nel fascicolo non risultano indagati.

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