Tutto quello che c'è da sapere sui tagli alle pensioni di reversibilità

In base alla fascia di reddito, i tagli sulla pensione di reversibilità saranno compresi tra il 25 ed il 50%: ecco cosa cambia

Tutto quello che c'è da sapere sui tagli alle pensioni di reversibilità

Il 2021 vedrà tagli anche sulla pensione di reversibilità, cioè la quota parte della pensione complessiva che spetta ad uno dei due coniugi al sopraggiungere della morte dell'altro ma anche parenti di parenti di lavoratori dipendenti e autonomi o di pensionati che sono deceduti.

Cosa cambia

Da più di 20 anni, dall'entrata in vigore della legge Dini 335/1995, si registrano tagli una tantum ai danni del coniuge o parente superstite: maggiore è il reddito, più consistente sarà la riduzione dell’importo della prestazione pensionistica. Come si legge su Wallstreetitalia, i redditi da prendere in considerazione per effettuare questo calcolo sono tutti quelli assoggettabili ad Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche), al netto dei contributi previdenziali e assistenziali. L’importo della pensione di reversibilità dipende da quanti sono i superstiti ai quali questa è riconosciuta: il 100% di quanto aveva diritto il defunto spetta, ad esempio, nel caso ci sia il coniuge con due o più figli a carico. Tra l'altro, non si ha nessuna agevolazione anche se la pensione di reversibilità è riconosciuta ai figli, minori, studenti o inabili.

I tagli

In base ai redditi che si possiedono, chi dovrà beneficiare della reversibilità può vedersi ridurre l’assegno mensile fino a 50%. Per tutto quest'anno, la legge ha stabilito che non dovranno operarsi tagli all’assegno mensile soltanto se i redditi del beneficiario non superano tre volte il trattamento minimo. Per l’anno in corso, la cifra ammonta a poco più di 20mila euro (20.107,62, il corrispettivo cioè 515,58 euro mensili. In tutti i casi in cui verrà superato questa soglia, i titolari di questa tipologia di pensione vedranno tre tipologie di tagli in base alla fascia di reddito: 25%, 40% o il massimo, appunto, il 50%.

Per scendere nel concreto e fare esempi pratici con l'aiuto dei numeri, per tutti i redditi compresi tra i 20.107,62 euro e 26.810,16 euro, il taglio sull’assegno sarà pari al 25% dell’importo; tra i 26.810,16 euro e 33.512,70 euro, il taglio sull’assegno sarà del 40% dell’importo; infine, per tutti gli assegni al di sopra dei 33.512,70 euro, il taglio sarà del 50% dell’importo.

Bisogna anche aggiungere che l’importo della pensione di invalidità non segue la logica “contributiva”, non è legata, cioé al versamento dei contributi versati nel corso della propria attività lavorativa come invece la pensione di vecchiaia. Come riportato da Laleggepertutti, è questa ragione a far sì che la pensione di invalidità civile non sia reversibile: essa cioè non segue le regole per la pensione ai superstiti (quest’ultima invece è reversibile).

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