Dalla proroga delle cartelle di pagamento e dell'attività di riscossione alla sospensione dei pignoramenti su stipendi e pensioni, passando per i nuovi termini di pagamento della Rottamazione Ter e del Saldo e stralcio. Nelle 322 pagine e 266 articoli del Decreto rilancio del governo, pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 19 maggio, sono contenuti numerosi provvedimenti sul fisco che dovrebbero dare un po’ di respiro alle famiglie ed ai contribuenti dopo il lockdown degli ultimi mesi.
Sarà necessario capire, però, come muoversi in questa "giungla" di articoli, norme e proroghe dei termini di tutti gli adempimenti fiscali che gli italiani saranno chiamati ad effettuare da qui a qualche tempo, anche per risparmiare, dove possibile, qualche soldo in più da mettere nel bilancio familiare.
Andiamo per ordine. La prima misura del decreto che riguarda il fisco delle persone fisiche è contentua nell'art. 121 che permette la trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto sul corrispettivo dovuto e in un credito d'imposta cedibile. Secondo quanto riportato dall'Agenzia delle entrate, attraverso questa misura i contribuenti, per gli anni 2020 e 2021, potranno trasformare alcune detrazioni fiscali in uno sconto pari al massimo del corrispettivo dovuto al fornitore o in credito d’imposta, "con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti". Le detrazioni dovranno riguardare le spese sostenute per: il Recupero del patrimonio edilizio; efficientamento energetico; misure antisismiche; recupero o restauro della facciata degli edifici; i nstallazione di impianti fotovoltaici; installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. I contribuenti potranno optare, così, o per un "contributo di pari ammontare sotto forma di sconto anticipato dal fornitore" o per "la trasformazione in credito d’imposta" il quale potrà essere ceduto a terzi.
Altro articolo che potrà essere utile ai contribuenti è il 144, riguardante la "Rimessione in termini e sospensione del versamento degli importi richiesti a seguito del controllo automatizzato e formale delle dichiarazioni". La misura riguarda gli errori commessi in sede di dichiarazione dei redditi nei confronti del fisco e che, a seguito di controllo automatizzati o formali, obbliga il contribuente alla restituzione delle somme dovute. “Di solito durante la dichiarazione - afferma Ippolito Oranges, commercialista - gli errori più comuni riguardano la mancata indicazione di redditi dell’IRPEF o ritenute fiscali in una delle 6 categorie corrette o la non giusta indicazione degli oneri deducibili o detraibili”. “I controlli automatici riguardano, nello specifico, la liquidazione delle imposte, dei contributi, dei premi e rimborsi sulla base dei dati prodotti in sede di dichiarazioni nel confronto con quelli risultanti nell’Anagrafe tributaria. Si tratta di una misura più snella rispetto ai procedimenti formali per cui, invece, l’Agenzia delle entrate verifica che i dati presentati in dichiarazione coincidano con documentazione conservata dal contribuente o dal suo consulente fiscale”.
Per tali importi dovuti, secondo l'art. 144 saranno considerati tempestivi i pagamenti in scadenza tra l’8 marzo e il giorno antecedente l’entrata in vigore del decreto e quelli relativi al periodo compreso tra l’entrata in vigore del decreto e il 31 maggio 2020, se verranno eseguiti effettuati entro il 16 settembre 2020. In questo caso i contribuenti non dovranno pagare, nei confronti del fisco, sanzioni e interessi. Inoltre sarà possibile pagare gli importi in 4 rate mensili di pari importo a partire dal mese di settembre con scadenza il 16 di ogni mese. La sospensione riguarda anche le rateazioni già in corso.
Sempre riguardo alla dichiarazione dei redditi, l'art. 147 del Decreto rilancio "Incremento del limite annuo dei crediti compensabili tramite modello F24" prevede, per tutti i contribuenti, l'aumento fino ad un milione di euro del limite per la compensazione, in F24, dei crediti tributari.
Fino al primo settembre 2020, invece, secondo quanto previsto nell'art. 152, saranno sospesi i pignoramenti su stipendi e pensioni da parte dell'Agenzia delle entrate-riscossione. Pertanto, le somme che che il contribuente-debitore avrebbe dovuto accantonare saranno svincolare tornando nella sua piena disponibilità.
Entro il 30 settembre 2020, invece, dovranno essere effettuati, come stabilito con l'art. 154, gli adempimenti fiscali relativi a: Cartelle di pagamento; accertamenti esecutivi; avvisi di addebito Inps; accertamenti dogane; ingiunzioni e accertamenti esecutivi degli enti locali; entrate tributarie e non tributarie. Inoltre, fino al 31 agosto saranno sospese le "attività di notifica delle cartelle e degli altri atti della riscossione per il recupero, anche coattivo, dei debiti scaduti prima dell’inizio del periodo di sospensione". Sempre entro quest'ultima data sarà possibile richiedere un piano di rateizzazione.
Infine, sempre nell'art. 154 sono previste nuove modalità e termini per il pagamento della Rottamazione-Ter e del Saldo e stralcio. Tutti i pagamenti delle misure di pace fiscale che erano previste per il 2020 e che non sono state effettuate alle relative scadenze durante questo periodo di misure emergenziali, potranno essere eseguite, senza far perdere le agevolazioni, entro il termine del 10 dicembre 2020.
Davvero difficile muoversi tra tutte queste misure e articoli e, di certo, sarebbe stata più utile una semplificazione complessiva sul fisco per permettere una ripresa rapida dell'economia. Invece i contribuenti saranno chiamati a fare una lunga maratona per pagare tutto quello che c'è da pagare e, dove possibile, per riuscire risparmiare qualcosa per il bilancio familiare tra detrazioni, bonus e altre misure.
Le misure del Decreto rilancio dovranno essere definite in modo preciso le modalità esecutive e procedurali di quanto contenuto nel Decreto, e ciò potrebbe causa uno stato di incertezza tra i contribuenti e numerose difficoltà per i consulenti fiscali, che in che, in pochissimo tempo, dovranno capire come muoversi tra gli adempimenti che nei prossimi mesi gli italiani saranno chiamati ad effettuare. Critico, infatti, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e revisori contabili che definisce “Emblematico il modo con cui sono stati regolati non solo i termini di decadenza/prescrizione dell’attività di accertamento e riscossione degli Uffici ma anche la sospensione (e ora anche proroga) dei termini processuali.
Il Decreto Rilancio interviene nuovamente su tali termini trascurando il coordinamento con quanto già disposto sul punto con il Decreto Cura Italia, rendendo il quadro complessivo ancor più inestricabile, con grave pregiudizio dei diritti del contribuente, mancando quegli elementari criteri di certezza sui termini a disposizione di contribuenti ed enti impositori”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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