Critiche della Banca d'Italia sulla politica monetaria della Bce. Il governatore Ignazio Visco, nella tavola rotonda di ieri di Ambrosetti Club, ha sostenuto che da Francoforte occorre un «approccio prudente» sull'intensità e la tempistica della stretta. E arrivano anche critiche sulla comunicazione della Bce e sulle tante voci che la caratterizzano: «Stiamo dando messaggi troppo duri e spaventiamo anziché accompagnare» e «non sono convinto che sia oggi meglio rischiare di restringere troppo anziché troppo poco», aggiunge Visco. La riposta del capo della Bce, Christine Lagarde, è arrivata da un evento della Deutsche Borse: «I tassi d'interesse devono ancora salire significativamente a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi, e restarci per tutto il tempo necessario».
L'Italia, secondo il capo di Bankitalia «è in grado» di reggere i rialzi dei tassi usando la prudenza: «Mantenere conti pubblici in ordine e, quindi, disavanzi ridotti e decrescenti nel tempo è cruciale». Visco riconosce che un'inflazione tanto alta pone «rischi significativi» per famiglie e imprese. Ma non è il solo a invocare prudenza: anche il greco Yannis Stournaras, sulle pagine di Kathimerini, dice che il rialzo dei tassi «deve essere più graduale». C'è lo scenario incerto della crescita fra le preoccupazioni delle colombe: l'inflazione, ora rallentata al 9,2% in Europa (11,6% in Italia), potrà scendere «senza che le nostre misure arrechino all'attività produttiva e all'occupazione danni particolarmente gravi», dice Visco riferendosi ad alcune dichiarazioni passate che esortavano a combattere l'inflazione anche al rischio di una lieve recessione. Ieri il Btp decennale italiano ha chiuso con un rendimento oltre il 4%, superato solo da quello greco.
Le uscite di Visco e Stournaras, quindi, mirano a riequilibrare il dibattito non tanto in vista del meeting del 2 febbraio, quando è scontato un nuovo aumento da mezzo punto come a dicembre, ma guardando alle riunioni da marzo in poi.
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