Ita perde per la terza volta. Il giudice del tribunale di Roma ha reintegrato 174 ex dipendenti di Alitalia. Una sentenza che si aggiunge a quelle già emesse dallo stesso tribunale di Roma e da quello di Milano. Lo ha annunciato l'Unione sindacale di base (Usb) in una nota rilanciata dall'Adnkronos, nella quale si sottolinea che «il dispositivo di accoglimento dei diritti previsti dall'articolo 2112 come richiesto dai lavoratori discriminati da Ita emesso dal giudice Mormile, accentua il cambio di rotta nell'interpretazione della cessione di ramo d'azienda portato avanti dall'azienda».
Per avere un'idea più precisa del provvedimento si dovrà attendere la lettura del dispositivo. Inoltre, è intuibile che Ita attivi subito la richiesta di sospensiva in attesa dell'appello. Resta il fatto che ciò non farà che indebolire la forza della compagnia nell'ambito dell'accordo stipulato con Lufthansa sotto la guida del presidente Antonio Turicchi. Mercoledì il Giornale aveva anticipato l'arrivo imminente della sentenza, sottolineando che l'eventuale esito a favore dei 174 lavoratori avrebbe colliso con la clausola dell'accordo secondo la quale la compagnia tedesca si potrà svincolare dal patto senza penali se le nuove assunzioni imposte dai tribunali dovessero superare il numero di 100. Insomma, sebbene l'eventualità non sia per il momento sul tappeto, teoricamente Lufthansa potrebbe già oggi sfilarsi dall'accordo. Il che non rafforza certo la posizione di Ita nel prosieguo dell'integrazione, soprattutto se dopo la sentenza di ieri ne dovessero seguire altre.
Ciò, mentre ancora ci si interroga su come sia stato possibile che nella stesura dell'accordo avvenuta sotto la supervisione di Turicchi sia stato sottovalutato questa eventualità in modo tanto superficiale, classificandola a basso rischio, solleva curiosità anche il fatto che Ita non si è preoccupata di valorizzare il forte miglioramento dei conti realizzato nella stagione estiva che già allora si intravvedeva. Accettando invece un accordo che nel mentre fissava un prezzo (325 milioni per il 41%) che sarebbe stato saldato molti mesi dopo a completamento del processo di autorizzazione europeo - con i ritardi che sono sotto gli occhi di tutti - concedeva da subito a Lufthansa amplissimi poteri di gestione dell'azienda a tutti i livelli.
Basti ricordare che alla compagnia tedesca devono essere comunicate tutte le decisioni condivise nel piano previsionale allegato all'accordo di compravendita, che si tratti dell'assunzione di un dirigente o dell'acquisto di un'auto di servizio.
In più, tutte le attività extra rispetto al piano concordato devono essere autorizzate preventivamente dalla compagnia tedesca: con tutto ciò che significa in termini di ingessamento dell'attività aziendale. Il tutto senza che finora sia arrivato un solo euro nelle casse del Tesoro che però ha già «virtualmente» ceduto il 41% delle azioni Ita Airways.
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