«Telecom dovrebbe essere divisa in due società separate e quotate in Borsa: una per i servizi e una per la rete». Lo ha detto in una intervista a Bloomberg Tv il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. L'idea non è certo nuova come ha dimostrato il rialzo immediato del titolo Telecom che ieri, pochi minuti dopo la pubblicazione dell'intervista attorno alle 14, è schizzato di quasi il 2 per cento. Anzi: lo scorporo della rete del resto è l'unica cosa che accende l'interesse degli operatori. Tanto che anche il presunto piano, trapelato nel weekend, che prevedrebbe dai 6 ai 10mila dipendenti in uscita con un risparmio pari a 400 milioni all'anno, aveva portato, a inizio seduta, a un rialzo minimo dello 0,50%. Le parole del ministro invece hanno ridato fiducia al titolo anche perchè corroborate da fatti concreti.
«Sono allo studio varie possibilità e opportunità - ha detto Calenda- anche se definire il perimetro della rete non è affatto facile. Però i progressi ci sono anche perchè Telecom sta lavorando con Agcom. L'operazione è molto importante - ha aggiunto- e ci vorrà del tempo per completarla».
Insomma, l'idea c'è ma deve ancora prendere forma. Il ministro ha avuto diversi incontri con l'ad di Telecom Amos Genish per discutere le preoccupazioni del governo sull'influenza del principale azionista, Vivendi, su asset considerati di interesse nazionale. Per questo il governo ha esercitato il cosiddetto Golden Power. La società francese però potrebbe fare un ricorso straordinario al Capo dello Stato (ha tempo fino al 16 gennaio) per chiedere di rivedere il provvedimento da parte del Consiglio di Stato. Quanto all'eventualità di multare l'ex-monopolista a causa della mancata notifica sul cambio di controllo, Calenda ha spiegato che è necessario capire come tale multa possa essere ridotta. «Il problema - ha detto - è relativo all'ammontare dell'ammenda che secondo la legge dovrebbe essere pari all'1% del fatturato per un totale di circa 300 milioni». L'idea di Calenda però sarebbe quella di trovare una via che permetterebbe di ridurre la stessa multa dato che Telecom sta collaborando con il governo sui progetti di sviluppo della rete in fibra e della banda ultralarga.
Sullo sfondo c'è anche la trattativa per i contenuti con Mediaset che potrebbe ricevere dalla società di tlc 460 milioni per sei anni per la cessione di film e telefilm. La questione però è ferma in attesa dell'accordo tra Mediaset e il principale azionista Telecom, Vivendi, per chiudere la partita sul mancato acquisto da parte dei francesi della pay tv Premium.
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