Tim, ancora manovre contro l'offerta Kkr

Il Tesoro in campo. Vivendi: "Sull'operazione NetCo il vertice ha una sola visione"

Tim, ancora manovre contro l'offerta Kkr
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«Vivendi in merito a quanto riportato oggi da il Giornale smentisce con forza la tesi che all'interno del gruppo ci siano diverse visioni. La visione sulla rete è una sola e condivisa». Così ieri una nota del gruppo francese, azionista di Tim al 23,75%, in merito a indiscrezioni su una possibile spaccatura del vertice di Vivendi sul dossier NetCo, ovvero lo scorporo-cessione della rete. Affinché l'informazione sia completa, è giusto precisare che il Giornale aveva preso spunto dalle dichiarazioni rilasciate giovedì dal cfo di Vivendi, Francois Laroze, secondo il quale il gruppo francese rivendica il diritto di esprimere la propria opinione nel corso di «un'assemblea ordinaria o straordinaria», confermando perciò l'ammorbidimento della posizione espressa in precedenza dal ceo Arnaud de Puyfontaine. Aveva anche aggiunto, Laroze, che il gruppo è giunto alla conclusione che a questo punto anche la valorizzazione (leggi vendita) delle quote azionarie è tra le opzioni.

Intanto, sempre in tema di confusione che si aggiunge a confusione ieri è stata fatta circolare la voce che la Corte dei Conti avrebbe espresso parere negativo sull'operazione di scorporo-cessione della rete. Pronta la reazione del Mef che in una nota precisa che «la Corte dei Conti, al contrario di quanto riportato da alcuni organi di stampa, non ha espresso un giudizio preclusivo rispetto all'operazione di una NetCo per l'acquisizione della rete di Tim. I profili inerenti la sostenibilità finanziaria e la convenienza economica non sono stati analizzati in quanto la fase delle trattative non consente, allo stato, l'esame di dati definitivi rispetto all'operazione».

A proposito di soggetti interessati a rallentare o addirittura bloccare l'operazione Tim-Kkr, oltre a Vivendi che non fa mistero della sua contrarietà, si ha conferma che anche alcuni fondi speculativi stranieri siano entrati quotidianamente in campo, chi attraverso vendite del titolo sul mercato per seminare incertezze e chi - uno in particolare

- con notizie non vere per accrescere la confusione e tentare addirittura di far saltare il cda. L'auspicio a questo punto è che la Consob passi dalla fase del semplice monitoraggio a quella delle indagini vere e proprie.

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