Tim ancora su in Borsa: i fondi muovono sulla rete

Ma la società smentisce. E Vivendi, che vuole contare di più, punta a riprendersi la presidenza

Tim ancora su in Borsa: i fondi muovono sulla rete

Quotazione, nuovi soci o scorporo? Sono molti gli interrogativi che pesano su Tim in attesa del cda straordinario dell'11 novembre prossimo, chiesto dal socio di maggioranza Vivendi e da alcuni consiglieri indipendenti. Il risultato in Borsa per il titolo è comunque positivo dato che in due giorni, da quando cioè sono cominciate a circolare indiscrezioni sulla riapertura del dossier per la rete unica con Open Fiber, è salito del 9%: 4,49% l'altro ieri e 4,76% ieri. Insomma una boccata di ossigeno per gli azionisti e per Tim che aveva visto la sua capitalizzazione scendere sotto i 7 miliardi. Ossia neppure il valore delle sue reti tlc: oltre alla fissa (divisa in primaria e secondaria) quella mobile, 4 e 5G.

Tra i rumor, circolati e non confermati, ci sarebbe la possibilità di una quotazione della rete in Borsa per un progetto simile a quello di Terna; e l'assalto del fondo Kkr in FiberCop, di cui già possiede il 38%. Tim ha però precisato di non prevedere una riduzione della quota (58%) detenuta in Fibercop, mentre Kkr non ha commentato. E Vivendi ha precisato, tramite un portavoce, di non essere a conoscenza dei piani di Kkr per aumentare il proprio peso in FiberCop. Un'eventuale ascesa del fondo Usa nella società che gestisce la rete secondaria (quella che va dagli armadietti alle case), controllata da Tim, comporterebbe, inoltre, un nuovo esame da parte del comitato Golden Power, vista la strategicità dell'asset. Vivendi, secondo Radiocor, starebbe monitorando con attenzione la situazione dopo la delusione per i due profit warning nel giro di tre mesi, mentre secondo Reuters vedrebbe con favore la possibilità che il suo ceo, Arnaud de Puyfontaine, diventi nuovamente presidente di Tim al posto di Salvatore Rossi. Qualcuno immagina che questa sia una contropartita per lasciare al suo posto l'ad di Tim, Luigi Gubitosi.

Forse il patron di Vivendi, Vincent Bollorè, che ha recentemente chiuso in Italia la partita con Mediaset, vuole adesso contare di più in Tim. E spera di convincere il governo italiano a intraprendere la strada della rete unica con Open Fiber. Una soluzione che trova, però, molti ostacoli, compreso il fatto che Tim ha un socio di maggioranza estero: Vivendi detiene infatti quasi il 24% del gruppo, contro il 9,8% che fa di Cdp il secondo azionista.

Da sottolineare, infine, il possibile interesse dei

francesi per TimVision che sarà presto interamente gestita dalla piattaforma myCanal di Vivendi, che in Francia è proprietaria della pay tv Canal+ e che dunque potrebbe esportare facilmente i suoi contenuti nel nostro Paese.

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