Sale la tensione su Tim in attesa del cda chiamato domani pomeriggio a pronunciarsi sulla manifestazione di interesse inviata, a fine novembre, da Kkr a 0,505 euro per azione. Il titolo rimbalza del 4,8% e chiude la seduta 0,288 euro. Un prezzo lontano dalla valutazione ipotizzata dal fondo americano e che non manca di ingolosire i fondi come Norges (1% circa del capitale) e Kairos che chiede esplicitamente, l'apertura del data room a Kkr e mette in dubbio il fiduciary duty (il mandato ad agire per il bene degli azionisti e della società) del cda di Tim. Quest'ultimo, secondo indiscrezioni, sarebbe spaccato tra chi - a iniziare dalla francese Vivendi, primo socio di Tim con il 23,7% - appoggia la strategia delineata dall'ad Pietro Labriola che punta alla scissione tra servizi e rete e chi, soprattutto tra i consiglieri di Assogestioni e altri indipendenti, appare maggiormente disposto a verificare l'opportunità di un percorso con Kkr. Ieri, intanto, sarebbero state presentate al comitato ad hoc di indipendenti guidato dal presidente Salvatore Rossi le valutazioni degli advisor di Tim, Goldman Sachs e LionTree, sulla manifestazione di interesse del fondo Usa. Nessun esito, avvisa Barclays, è scontato anche se molti puntano a un'apertura del board, per quanto interlocutoria, a Kkr che, in caso contrario, potrebbero sempre scegliere di percorrere la strada di un'offerta ostile.
Il nodo è la valutazione di Tim. A giudizio dei consulenti di Labriola sul piano industriale la separazione tra rete e servizi potrebbe portare Tim a 1 euro per azione, addirittura a 1,3 euro per azione se si concretizzasse una successiva fusione della rete con Open Fiber. Un percorso che, secondo indiscrezioni, sarebbe all'esame del Tesoro che, tramite Cassa depositi & prestiti, controlla il 9,81% di Tim e il 60% di Open Fiber.
Più cauti gli analisti, a iniziare da Barclays che fissa un target a 0,28 euro per azione, mentre Akros ed Equita hanno un obiettivo a 0,4 euro. Peraltro, la stessa Vivendi, che riteneva bassa la proposta di Kkr, ha recentemente svalutato i titoli in carico a 0,657 euro per azione.
È questo lo scenario in cui Guido Maria Brera co-fondatore di Kairos, in una lettera indirizzata al board di Tim, ha espresso «profondo sconcerto e preoccupazione per atteggiamenti tenuti e decisioni adottate» dal cda in relazione alla manifestazione di Kkr.
Tale «chiusura a priori alla facilitazione» alla presentazione di un'offerta vincolante «potrebbero provocare ingenti danni alla società e i suoi azionisti». Non solo. Per il numero uno di Kairos «la preoccupazione si è ulteriormente aggravata alla luce del piano strategico» che «prevede potenziali operazioni straordinarie che potrebbero attivare il diritto di recesso».
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