Tim, cessione Inwit alle battute finali. Si chiude a novembre

La quota residua di quasi il 3% vale circa 250 milioni di euro

Tim, cessione Inwit alle battute finali. Si chiude a novembre
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È ormai in dirittura d'arrivo la cessione dell'ultimo spicchio di Inwit in possesso di Tim. Stando a quanto risulta a Il Giornale, l'operazione con Ardian andrà in porto probabilmente a novembre, quando il board andrà a riunirsi per l'approvazione dei conti del terzo trimestre. L'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola (in foto), già nel corso del cda di mercoledì 31 luglio ha offerto un primo aggiornamento sulla cessione della restante quota di Inwit ad Ardian, società di investimento privata leader a livello mondiale che detiene il 90% del capitale sociale di Daphne 3, holding a cui fa capo il 29,9% di Inwit. La cessione della restante quota di Inwit permetterà alla tlc italiana di incassare una cifra vicina ai 250 milioni di euro.

Dopo l'ultima cessione risalente al 2022, Tim aveva mantenuto una quota del 10% della holding Daphne 3, corrispondente a una partecipazione indiretta poco inferiore al 3% del principale tower operator italiano.

Nei prossimi mesi Tim si prepara quindi a chiudere due importanti cessioni - Inwit e Sparkle - che dovrebbero portare nelle casse del gruppo circa un miliardo di euro complessivo come spiegato dallo stesso Labriola nella conference call di ieri con gli analisti. «Siamo abbastanza ottimisti sulla finalizzazione delle due operazioni» si è sbilanciato il top manager. Secondo Fitch, che proprio questa settimana ha alzato il rating su Tim a BB con outlook stabile, queste due cessioni porterebbero a un'ulteriore calo del debito di Tim lasciando spazio per un ulteriore miglioramento del merito creditizio, così come sottolineato qualche settimana fa anche dall'altra agenzia di rating S&P.

A seguito della vendita della rete, l'indebitamento finanziario netto rettificato after lease proforma del gruppo Tim è sceso considerevolmente in area 8,1 miliardi di euro. Questo si traduce in una maggiore capacità di investire per la crescita, senza avere più la necessità di andare sul mercato a rifinanziare il debito.

La struttura finanziaria di Tim adesso è «sostenibile», rimarca Labriola, con «solide performance» per Tim Brasil e Tim Enterprise, oltre a un mercato consumer che «sta performando in linea con l'obiettivo e meglio di quello della concorrenza in Italia».

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