Gubitosi lascia il comando di Telecom

L'ad lascia le deleghe e resta in consiglio, Labriola direttore generale. L'Opa di Kkr

Gubitosi lascia il comando di Telecom

Riunione fiume per il cda di Tim, alle prese con la revoca delle deleghe all'ad Luigi Gubitosi e con l'Opa (al momento non vincolante) a 0,505 euro ad azione allo studio del fondo Usa Kkr. E dunque Gubitosi, che aveva già messo a disposizione le sue deleghe per consentire una più serena valutazione della proposta di Kkr, ha passato il testimone al presidente Salvatore Rossi e all'ad della controllata brasiliana Pietro Labriola, che diventa direttore generale. Gubitosi continuerà tuttavia a sedere nel board. Gubitosi comunque ha centrato l'obiettivo di far proseguire l'offerta di Kkr, di cui si occuperà un comitato creato appositamente composto dal presidente Rossi con quattro consiglieri indipendenti. Il problema per Gubitosi era che il livello di scontro con l'azionista di maggioranza Vivendi (23,7%) aveva raggiunto l'apice. A innescare lo scontro sono stati i conti peggiori delle attese e già oggetto di due profit warning negli ultimi mesi. Tanto che, il cda di ieri era stato inizialmente chiesto da 11 consiglieri ma solo per analizzare le strategie e la riorganizzazione del gruppo e verificare le prospettive di ricavi. Tra i nodi oggetto di discussione anche l'offerta calcio di Tim, costata 340 milioni di euro all'anno per tre anni per i diritti della serie A, che non ha prodotto, al momento, i risultati sperati. Il possibile ingresso nel board di Labriola (che resta ad di Tim Brasil), il cui nome circola da settimane tra candidati, è condizionato, a meno che non si trovino altre soluzioni, al passo indietro di uno dei 15 consiglieri di Tim per consentire la cooptazione del manager. Per Gubitosi si è invece già parlato di una buonuscita sotto i 10 milioni di euro e quindi inferiore a quella dei suoi predecessori.


Tornando all'offerta di Kkr che potrebbe essere portata avanti con il concorso del fondo Cvc e che valuta Tim circa 10 miliardi, Vivendi ha già più volte ribadito la sua volontà di rimanere investitore di lungo termine della società italiana e di ritenere, comunque, la proposta troppo bassa. Il consiglio ha deciso di fare i passi necessari per procedere all'esame dell'offerta che, secondo le ipotesi di alcuni analisti, potrebbe essere aumentata fino a 0,76 euro ad azione. Ma allo stato non c'è alcuna conferma. Ieri Fitch ha osservato che se l'Opa fosse portata avanti, aumentando la leva finanziaria di Tim, questo potrebbe avere conseguenze negative sul rating del gruppo che attualmente è di BB+ con outlook stabile. Al presidente Rossi sono state affidate le deleghe relative a partnership e alleanze, Comunicazione, Public Affairs, nonché la responsabilità di gestione degli assets e delle attività di Tim di rilevanza strategica per il sistema di difesa e di sicurezza nazionale. Mentre la consigliere Paola Sapienza è stata nominata Lead Independent Director, per agevolare i processi interni in una fase di intenso lavoro. Intanto lunedì i sindacati di categoria saranno in presidio davanti al ministero dello Sviluppo e alle prefetture di tutta Italia «per urlare tutto il loro sdegno di fronte all'atteggiamento del governo riguardo la vicenda della rete unica di tlc e la situazione di forte conflittualità che è esplosa nuovamente nel gruppo Tim».


I sindacati, da sempre favorevoli alla creazione della rete unica tra Tim e Open Fiber (che era anche alla base del piano di Gibitosi e per la quale si era anche firmato un memorandum preliminare) temono licenziamenti in tutta la filiera delle tlc.

Quanto alla Borsa il titolo Telecom, che in quattro giorni era salito di circa il 38%, portandosi a ridosso del prezzo dell'Opa a 0,505 euro, ieri è sceso dello 0,76 per cento. Poco in una giornata davvero difficile per le Borse, segno che il mercato punta alla guerra in Tim.

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