
All'Assiom Forex di Torino ieri erano assenti molti banchieri delle prede e dei cacciatori perché impegnati nei vari roadshow in giro per il mondo finalizzati a convincere il mercato dei vantaggi delle offerte lanciate (nel caso dei secondi) o, nel caso dei primi, per illustrare i piani industriali e per spiegare la strategia di difesa.
Nell'auditorium della fiera del Lingotto ad ascoltare il discorso del governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, c'erano però i presidenti di alcune delle banche protagoniste del risiko. Come Massimo Tononi, numero uno del Banco Bpm finita nel mirino di Unicredit: «Per sedersi a un tavolo» con i vertici dell'istituto guidato da Andrea Orcel «ci vorrebbe un'offerta, innanzitutto, nel senso che ad oggi l'offerta non è tale, io la considero molto anomala. Vedremo come loro si comporteranno nelle settimane a venire, sulla base di questo valuteremo se sia opportuno avere un dialogo più approfondito, ma ad oggi non ci sono i presupposti», ha detto Tononi. Sottolineando che l'Ops «era a sconto fin dal primo giorno, è sempre rimasta tale, quindi non c'è granché su cui discutere in questo momento». Il presidente del Banco ha poi aggiunto che il «dialogo» con i soci francesi del Credit Agricole «è costante, il rapporto tra noi ha un'origine molto lontana nel tempo, è consolidato, è basato sulla stima e il rispetto reciproco. Peraltro, Credit Agricole è molto soddisfatta dell'investimento» e «confidiamo che questo tipo di fiducia che si è creata negli anni possa indicare loro una strada che sia quella della permanenza della banca indipendente da quale futuro».
Non si sono visti in sala i vertici di Mediobanca ma ad ascoltare Panetta era presente il numero uno del Monte dei Paschi, Nicola Maione. E a chi gli chiedeva di un possibile rilancio nell'offerta lanciata su Mediobanca ha risposto con un sibillino «Non lo so, non faccio commenti». Per poi evidenziare, e condividere, le parole del governatore secondo cui quelle in corso «sono operazioni che possono ridurre il deficit dimensionale tra istituti italiani ed europei».
Le partite del risiko, non solo bancario, vengono seguite con attenzione anche dai vertici delle Fondazioni come la torinese Crt rappresentata ieri in casa dalla presidente, Anna Maria Poggi. La posizione dell'ente sul dossier Generali, anche in vista dell'assemblea dell'8 maggio sul rinnovo del cda, è chiara: «L'unico criterio che farà decidere la Fondazione sarà quello del maggiore interesse per la Fondazione stessa», ha detto Poggi. Crt, che nel 2022 si era schierata con i soci Caltagirone e Delfin, non avrà quindi posizioni ideologiche ma «un atteggiamento laico e di convenienza perché per noi quella è una partecipazione finanziaria pura», ha aggiunto la presidente.
Tra i cacciatori anche l'ad della Bper, Gianni Franco Papa, soddisfatto per il sostegno di Unipol all'offerta sulla Popolare di Sondrio. Mentre dalla preda valtellinese sono arrivate le parole del vicedirettore generale della Sondrio, Mario Erba: quando il Giornale gli ha chiesto se fosse fiducioso di conservare l'autonomia della banca, ha risposto: «Vedremo, non sono situazioni in cui la fiducia cambia qualcosa».
A riassumere a il Giornale gli umori del parterre del Forex sull'accelerazione del consolidamento bancario è il presidente di Banca Mediolanum, Giovanni Pirovano: «Tutti sono consapevoli che stanno vivendo un momento unico e straordinario per la storia finanziaria e politico-economica mondiale,
ognuno sta facendo delle riflessioni su come questo può incidere sugli equilibri italiani, politici, industriali e anche bancari. Io frequento questo mondo da oltre 40 anni, penso non ci sia mai stato un simile fermento».
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