Qualcosa si muove per il piano Transizione 5.0. Dalle ultime interlocuzioni intercorse tra governo e Commissione Europea è emersa un'apertura su più fronti, a partire da un'estensione dei tempi. «Il piano è partito tardi e la sua complessità mal si concilia con il termine molto stretto di dicembre 2025. Dall'ultimo confronto è emersa un'apertura a estendere i termini di quattro mesi, ossia fino ad aprile 2026», è l'anticipazione fatta ieri da Marco Calabrò, capo Segreteria Tecnica del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Intervenendo a margine di un evento organizzato da Bnl Bnp Paribas, l'esponente del ministero ha ricordato che Transizione 5.0 ha una dotazione complessiva per 6,3 miliardi e, ad oggi, sono 413 le imprese che hanno prenotato risorse. «Oltre ai tempi aggiunge Calabrò la Commissione Europea oggi (ieri per chi legge, ndr) si è impegnata a formalizzare che 5.0 si potrà cumulare con altre risorse. Terzo elemento è l'automatismo».
Novità accolte con favore da Alessandro Spada (in foto), presidente di Assolombarda. «Abbiamo espresso i nostri dubbi, le novità vanno nella direzione giusta che auspicavamo sia a livello di tempi che soprattutto di semplificazione». «In uno scenario di poca crescita - ha aggiunto - è il momento giusto per fare investimenti e abbiamo ancora vivo il ricordo di quanto Industria 4.0 sia stata importante per la crescita delle imprese».
Elena Goitini, amministratore delegato di Bnl e responsabile di Bnp Paribas in Italia, ha sottolineato come «Transizione 5.0 mette insieme le tre i (investimenti, innovazione e intelligenza), ossia le cose che permettono di accelerare la crescita; va quindi resa più semplice e comprensibile, ossia scalabile in tempi veloci».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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